Ikea licenzia in tronco una lavoratrice, madre separata di due figli di cui uno disabile, perché non può cominciare a lavorare alle 7 del mattino. In solidarietà con la donna, Marica Ricutti, 39 anni, i colleghi di Corsico hanno scioperato oggi per due ore e hanno deciso per il 5 dicembre un presidio davanti al luogo di lavoro. La donna aveva accettato il cambiamento di reparto nel punto vendita alle porte di Milano, chiedendo che la multinazionale andasse incontro per gli orari. All’inizio Ikea avrebbe dato l’assenso ma poi l’atteggiamento sarebbe cambiato.
A Marica è stato contestato l’orario che faceva prima (con inizio alle 9 di mattina) e che aveva adottato nel nuovo reparto. La settimana scorsa è arrivato il licenziamento in tronco essendo venuto meno il rapporto di fiducia con la lavoratrice (che ha l’articolo 18) in due occasioni nella quali la donna si è presentata al lavoro in orari diversi da quello previsto.
Legalmente non fa una piega. Ma le multinazionali non hanno un volto umano, anzi, non hanno proprio volto. Ikea è nota per essere ‘gay friendly’ e ‘antirazzista’, non è strano che odi le mamme italiane.
La società come la conosciamo non sopravviverà al ‘governo delle multinazionali’, una plutocrazia estremamente più pericolosa di quelle passate. Sia per la concentrazione di denaro che per l’elefantiasi di queste corporazioni. Oggi la minaccia alla libertà degli individui non arriva dagli Stati, arriva dalle multinazionali: devono essere approvate norme antitrust che le spezzino. Non è concepibile l’esistenza di monopolisti di fatto, sia perché strangolano la concorrenza quindi limitando l’innovazione, sia, soprattutto, perché fanno il deserto del tessuto produttivo e sociale locale.