Facebook censura il Rosario perché turba i Musulmani

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Non solo le statue del ‘500, ora l’algoritmo di Facebook censura anche la Madonna

Pregano in diretta, chiedono aiuto allo Spirito Santo, alla Madonna, c’è chi invoca la pace nel mondo e chi, invece, chiede una preghiera affinchè la cura intrapresa funzioni o l’esito delle analisi sia positivo. E tutto avviene tramite Facebook.

Don Mirco Bianchi, parroco di Gatteo Mare e Villamarina di Cesenatico usa i social e internet per veicolare la fede. E ha ragione perché i numeri non mentono, a seguire i suoi rosari in diretta a mezzanotte o a mezzogiorno sono anche più di settemila fedeli contemporaneamente.

Ma la cosa non piace all’algoritmo filo-islamico di Facebook:

http://lanuovabq.it/it/facebook-non-sgrana-il-rosario-stop-a-prete-minacciato

“Succede tutte le volte che i giornali parlano di me: Facebook mi ha già censurato due volte. La prima una settimana fa per un giorno e la seconda per un paio d’ore giovedì mentre un secondo mio profilo è fermo ai box fino al 5 novembre”.

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Insomma. Su Facebook si organizzano viaggi in barcone da Tunisia e Algeria verso l’Italia, ma non si può recitare il rosario e mostrare la Madonna.

Propaganda gay sì, statue del ‘500 no. Isis sì, ‘islamofobia’ no. Il motivo è che i fanatici agiscono in branco. E in branco segnalano. Dall’altra parte non ci sono ‘esseri umani pensanti’, ma un algoritmo piuttosto demente che premia il numero di segnalazioni. E anche quando interviene un ‘moderatore’, questo è un lavoratore sottopagato dall’India o dal Pakistan.

Quindi se i musulmani sono turbati dal rosario, e segnalano in massa, vieni censurato.

C’è però un aspetto di intolleranza religiosa che si innesta nella vicenda di don Mirco: sono le pesanti accuse e minacce che un gruppo di utenti della rete di fede musulmana rivolgono all’indirizzo del sacerdote il quale, dopo una serie intollerabile di accuse, ha detto basta.

“Ho presentato una denuncia alle forze dell’ordine – spiega alla Nuova BQ – perché questi personaggi sono intervenuti varie volte commentando in arabo, lingua a me incomprensibile, però parlando con diversi conoscenti che conoscono la lingua, mi sono fatto tradurre e abbiamo scoperto non soltanto generici riferimenti all’Islam come “vera fede” e inni a “Maometto”, ma anche frasi ed espressioni che ora sono al vaglio della polizia. In alcuni casi i proclami sono riconducibili al Partito Nazionalista Conservatore Islamico e a un predicatore islamico che vive in Germania ed è da tempo nel mirino dell’intelligence”.

Don Mirco, che sta ricevendo anche diversi attacchi hacker, ha segnalato la cosa e adesso saranno le forze dell’ordine a cercare di fare chiarezza ed eventualmente a difendere il sacerdote, che è comunque un cittadino italiano.
Il quale di sé dice: “Non faccio altro che mandare in onda il Rosario e non riesco a capire perché questo dia così fastidio. Ma forse lo capisco, è il Rosario in sé che dà fastidio”.

La normalità dà fastidio.