La scusa è ormai nota: il terrorismo islamico. In pratica, visto che i terroristi islamici si organizzano (anche) su internet, invece di eliminare il problema espellendo in massa i soggetti, si colpisce l’oggetto censurando la rete.
Perché sia chiaro: il terrorismo è una scusa. Il vero obiettivo sono i cittadini, che i governi devono controllare.
Il grande trofeo in palio è il controllo dell’informazione. Le reti sociali lo hanno di fatto sottratto ai media ufficiali – Vox ne è un esempio – e di conseguenza al controllo di chi li possiede. Oggi, rispetto a quando internet non c’era, è molto più difficile se non impossibile controllare l’informazione: la puoi rallentare (come dimostrano gli stupri di Capodanno a Colonia), puoi agire sulla disinformazione denigrando i media indipendenti attraverso puttane digitali prezzolate, ma difficilmente puoi eliminarla. Così, accade che vinca Trump. O che i ‘nazisti’ (ironico) entrino al Bundestag. E questo è, per loro, intollerabile. I cittadini devono essere controllati. La libertà deve essere vigilata.
E quindi i governi di tutta Europa e il potere che li controlla, quello ‘stato profondo’ che lega tutti i governi occidentali, vogliono imbavagliare la rete.
In Germania è stata messa a capo di una polizia digitale una ex membro della Stasi. Tanto per ‘chiarire’. Ed è entrata in vigore una legge che impone ai social network (essenzialmente Facebook) la cancellazione di contenuti ‘indesiderabili’ entro 24 ore: questo porterà, di fatto, ad una censura preventiva ancora più stringente di quella odierna. Perché sarebbe impossibile controllare milioni di commenti, neanche uno staff elefantiaco e pervasivo come era quello della Stasi riuscirebbe.
E a ruota si muove anche il governo italiano. Quello non eletto. Scrive Foa sul suo blog:
E cosa prevede? Primo: i dati internet e telefonici potranno essere conservati per 6 anni, ben oltre le attuali consuetudini internazionali.
Ma spaventoso è soprattutto il secondo punto: l’Agcom, ovvero l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, avrà il potere di intervenire sulle comunicazioni elettroniche dei cittadini italiani, allo scopo – in via cautelare si intende, come dubitarne – di impedire l’accesso agli stessi cittadini a contenuti presenti sul web.
Che cosa questo significhi lo spiega benissimo Sarzana con queste parole:
“da oggi con un regolamento dell’Agcom, in Italia si sperimenta la notice and stay down e le piattaforme dovranno rimuovere i contenuti illeciti e impedirne la riproposizione”.
Ora, poiché il web è composto di milioni di informazioni che cambiano in nanosecondi e la maggior parte di questi dati sono all’estero, non c’è modo di conoscere in anticipo la riproposizione dei contenuti che la norma vorrebbe censurare, se non con una tecnica di intercettazione di massa denominata Deep packet inspection. L’unico modo, insomma, di fare ciò che il governo sta per fare approvare, è di ordinare ai provider italiani di “seguire” i cittadini su internet per vedere dove vanno, al fine poi di realizzare questo “impedimento” alla riproposizione, attraverso un meccanismo di analisi e raccolta di tutte le comunicazioni elettroniche dei cittadini che intendano recarsi su siti “dubbi”.
Questo, naturalmente senza alcun controllo preventivo da parte di un magistrato.
Dunque: l’Agcom potrà seguire e memorizzare quel che voi fate. E, ad esempio, se giudicherà inopportuni i contenuti di questo blog vi impedirà di leggerlo. Vi schederanno e vi censureranno
Capito? Solo un regime dittatoriale, forse, potrebbe pensare a norme come queste. Ma in una democrazia mai. Eppure a proporle è proprio il premier di un partito che si definisce “democratico”: il PD del finto innocuo Gentiloni.
Io dico: bisogna impedirlo! C’è qualcuno in Parlamento disposto a far propria questa battaglia e far di tutto per impedire quello che è un inaccettabile tentativo di limitare la libertà d’opinione?
Salvini, ci sei? E Grillo? E Berlusconi? Accetterete tutto passivamente? Ditemi di no, vi prego. Manifestatevi! Fatelo per la libertà dei vostri concittadini. E di voi stessi.
E’ un gesto disperato di chi ha perso il controllo dell’informazione. Ma è un attacco alla libertà. Un terribile attacco alla libertà.
Gestendo Vox sappiamo cosa significhi il tentativo del regime di impedire il flusso libero delle informazioni. Fino a che ti occupi di gossip o di calcio il regime è felice. Puoi anche occuparti di pornografia, non è un problema. Ma non azzardarti a mettere in discussione quello che è il monopolio dell’informazione in Italia: a quel punto arrivano le minacce, arrivano le denunce perché hai definito stupratori gli stupratori, e una campagna di disinformazione che tenta di silenziarti attraverso la denigrazione di puttane digitali chaviste. E se sei troppo forte per abbatterti così, per il semplice fatto che hai in media 100 mila lettori unici al giorno, allora prendono altre strade.
Come ha scritto Foa è in gioco la libertà di tutti. E attenzione: non è Gentiloni, lui è solo un pupazzo e nemmeno di quelli più svegli, il potere che si sta muovendo è molto più profondo e molto più cattivo.