AEROPORTO PISA, SBARCA FAMIGLIA MIGRANTI INFETTA DA FEBBRE TIFOIDE

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Un’immigrata bengalese di 38 anni, insieme alle due figlie di 9 e 12 anni, è stata trasferita dall’aeroporto Galilei all’ospedale Cisanello di Pisa a malattie infettive per un caso di febbre tifoide. La famiglia infetta è sbarcata intorno alle ore 8.30 di questa mattina. Un nuovo esempio di arricchimento culturale dovuto all’immigrazione.

Si è dovuto procedere alla totale ‘sanificazione’ del velivolo sul quale le tre infette hanno viaggiato.

DOVE IL TIFO E’ ENDEMICO
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Stando alle prime informazioni la madre avrebbe avuto una febbre tifoide circa 15 giorni prima di arrivare e alla prima visita non presentava sintomi particolari. Sono quindi in corso gli accertamenti per valutare il caso e lo stadio della malattia. Tutto a spese nostre, perché facciamo imbarcare verso l’Italia chiunque senza alcun controllo.

Durante l’infezione i soggetti affetti da febbre tifoide trasportano i batteri nel sangue e nell’intestino. La maggior parte dei pazienti è contagiosa fino alla fine della prima settimana di convalescenza, ma il 10% degli individui non trattati disperde i batteri fino a tre mesi dopo la guarigione. Il 2-5% delle persone non trattate può anche diventare portatore cronico della malattia continuando a disperdere batteri. Dall’intestino e dal sangue i batteri passano poi nelle feci e nelle urine delle persone infette, permettendo la trasmissione dell’infezione ad altri individui.

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La trasmissione può avvenire per via diretta attraverso le feci o, più frequentemente, per via indiretta, tramite l’ingestione di cibi o bevande maneggiate da persone infette o tramite la contaminazione, attraverso gli scarichi fognari, dell’acqua usata per bere o per lavare il cibo.