Obiettivo finale è l’abolizione del contante per renderci schiavi

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Scrive Porro su Il Giornale:

Il governo avrebbe intenzione, con un decreto, di rendere obbligatorio l’utilizzo della moneta elettronica per commercianti, professionisti e lavoratori autonomi in generale.

Previste sanzioni per chi non si adegua. Ci sembrava di averla già sentita questa storia, con il governo Monti. Si sarà trovato un escamotage per non applicarla. Questa potrebbe essere la volta buona, i consumatori avranno sempre il diritto di tirar fuori il proprio bancomat, o carta, per pagare il conto. I giornali, c’è da scommettere, nei prossimi giorni tireranno fuori dai cassetti le statistiche per le quali l’Italia è praticamente ultima in Europa nei pagamenti elettronici.

Diciamo subito che il pagamento con il chip è il futuro. E che, depurato dalla retorica anti-evasione, è molto più conveniente sulla carta, sia per chi paga sia per chi incassa, venir soddisfatti con un bancomat invece che con la cartamoneta. Gestire il contante ha un costo (8 miliardi, si calcola) e comporta alti rischi (non solo rapine, ma anche smarrimento).

Eppure le cose non sono così semplici. L’obbligo del bancomat (scriviamo così per semplicità) diventerà l’ennesima tassa italiana. E sarà una imposta regressiva: cioè sarà tanto più pesante, quanto più basso sarà il fatturato. Non raccontiamoci palle. Le banche per svolgere il servizio di moneta elettronica (ovviamente, diciamo noi) si fanno pagare. In genere una commissione percentuale sulla transazione e una fissa per la tenuta dell’apparecchio elettronico.

In realtà la questione è molto più profonda e complessa. Il Sistema di potere ha come obiettivo finale dichiarato quello dell’abolizione del contante. Che renderebbe il cittadino suddito. Più di quanto lo sia già adesso.

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L’utilizzo della moneta elettronica ha i suoi vantaggi, ma ha l’enorme difetto, quando è “obbligatoria e totale”, di rendere il cittadino “schiavo del Sistema”.
Una volta che il contante venisse eliminato, infatti, scomparirebbe l’ultima linea di difesa che un individuo ha davanti allo strapotere del Sistema. Sarebbe impossibile ritirare il denaro dalle Banche, visto che il denaro non esisterebbe più, come entità fisica. E non si potrebbe conservare se non nel sistema finanziario: quindi sempre sotto tiro dello Stato. E delle banche.

La sua circolazione dipenderebbe infatto totalmente dal sistema bancario e finanziario, quindi, sarebbe soggetta a commissioni sempre crescenti.

Si potrebbe almeno pensare a “moneta elettronica” caricata su carte o cellulari che non fosse soggetta a commissioni bancarie. Ma questo non eliminerebbe il problema di fondo, quello della indisponibilità di questo denaro: i conti potrebbero essere bloccati dal Sistema. Lo Stato potrebbe decidere da un giorno all’altro di prelevare forzosamente senza più l’inghippo della corsa agli sportelli, che non esisterebbero più come fornitori di denaro fisico.

A quel punto, con l’abolizione del contante, l’unica difesa sarebbero le criptomonete sullo stile del Bitcoin, che però è un meccanismo ancora troppo speculativo e limitato ad un piccola fascia di popolazione.

Nonché quello della “tracciabilità”, ovvero del controllo totale: il Sistema potrebbe tracciare qualsiasi nostro movimento e inserire i nostri “gusti” e i luoghi che frequentiamo, in un’enorme banca dati il cui non utilizzo criminale, una volta creata, non potrebbe essere garantito da nessuno.

Il Sistema eurofanatico, rappresentato in Italia dal loro maggiordomo, Padoan, supportato da pennivendoli d’apparato, strumentalizzando il concetto di “evasione fiscale” vuole imporci un altro passo verso l’oppressione. Verso la rinuncia della libertà, in nome della lotta all’evasione.

Rinunciare al contante perché è “bene per l’economia”. E “se è bene per l’economia, chi sono io per oppormi a ciò che è bene per l’economia? L’economia non esiste per me, io esisto per l’economia”.