Ogni volta che qualche profugo fa una strage islamica, e ormai accade sempre più spesso, le Ong finanziate per islamizzare l’Europa, trovano qualche barcone naufragato. Si chiama ‘marketing delle disgrazie’, e il traffico può andare a vanti. Presto ci mostreranno immagini di bambini, che possano cancellare dalla memoria i volti dei bambini ammazzati dal figlio di profughi a Manchester.
Questa mattina almeno 200 immigrati sono finiti nel Mar Mediterraneo dopo che al largo delle coste di Zuara, in acque territoriali libiche, il barcone, su cui stavano viaggiando circa 500 clandestini è affondato. “I cadaveri sono stati raccolti dalle acque”, ha detto alla Reuters il comandante della Guardia costiera italiana, Cosimo Nicastro, impegnato nel traghettare anche oggi un migliaia di coloni islamici in Italia.

Moas è la punta di diamante del traffico islamico. E, stranamente, i cadaveri li recuperano sempre loro. Sia chiaro: chi affoga in Libia è un colonizzatore sfortunato, nulla di più, nulla di meno.
