Nuovo sfratto ad una sede del PD per affitti non pagati. Ormai si moltiplicano.
Castellammare – “Appena venti giorni fa ho parlato con il sindaco e gli amministratori – commenta Di Martino, storico militante del PCI prima e del PD poi – paventando l’ipotesi della chiusura. Nessuno mi ha ascoltato. Bisogna mettere insieme gli sforzi per riaprire quanto prima la sezione – conclude – Se ciò non avverrà, non sarà un buon momento per nessuno”.
“È venuto il momento di denunciare l’uso politico che alcuni stanno facendo del partito – afferma lo storico militante – Basta alle speculazioni. Mi recherò a breve dai carabinieri per denunciare l’appropriazione indebita di atti riservati e beni di una comunità politica. E’ giunto il tempo della chiarezza”.
Dopo avere lanciato l’allarme sulla questione degli affitti e le bollette Enel non pagate, il gruppo legato all’ex assessore Nicola Corrado invita al dialogo. “Abbiamo lanciato diversi allarmi nelle scorse settimane – ha detto al Mattino – ma evidentemente non siamo stati ascoltati. Fa tristezza assistere ad una situazione del genere, speriamo che il tutto possa risolversi nei prossimi giorni”.
Al momento il Pd non ha una sede per svolgere l’assemblea congressuale. “È venuto il momento di denunciare l’uso politico che alcuni stanno facendo del partito – ha affermato – Basta alle speculazioni. Mi recherò a breve dai carabinieri per denunciare l’appropriazione indebita di atti riservati e beni di una comunità politica. E’ giunto il tempo della chiarezza”.
Il PD è nei debiti fino al collo. I Ds, una delle reincarnazioni del Pci, si sono “sciolti” nel 2007 all’interno del Pd insieme alla Margherita.
Dopo la nascita del Pd, le casse di Margherita e democratici di sinistra sono rimaste separate.
E i Ds – che esistono ancora come entità giuridica – hanno ereditato i debiti del Pci-Pds – circa 200milioni di euro – proprietà – oltre 2300 immobili – e personale – decine di persone.
I debiti sono in gran parte con le banche che sono sempre corse in aiuto del Pds-Ds-Pd – chissà come mai – l’ultimo salvagente è stato lanciato nel 2003 da Capitalia guidata da Cesare Geronzi. Non si sa in cambio di cosa, visto che, da allora, i debiti dei Ds non hanno fatto che aumentare.
Ora le banche creditrici pare vogliano rientrare, sono in crisi anche loro, ma c’è un problema: i Ds sono formalmente una scatola vuota. L’enorme patrimonio immobiliare del partito, è stato tutto trasferito a una cinquantina di fondazioni. Sparpagliato per non essere “rintracciabile” dai creditori. E se i creditori non riusciranno a trovare i soldi e le proprietà imboscate chissà dove dai democratici, potranno rifarsi su di noi. E si, avete capito bene: scatterà una garanzia statale a suo tempo concessa dai governi Prodi e D’Alema alla banche creditrici dei Ds.
Il trucco era questo: “voi banche ci date i soldi, tanto se poi non ve li ridiamo, con questa legge che approviamo in parlamento, ve li ridaranno gli Italiani”.