Il prefetto, ieri mattina, ha incontrato i rappresentati dei residenti che hanno manifestato contro i cosiddetti profughi (finti minorenni), accusati di aggressioni sessuali ai danni di donne e ragazzine locali.
La seconda protesta in poche settimane, sintomo di una situazione che è ormai degenerata.
Intensificazione dei servizi di vigilanza esterna, intensificazione dei servizi di ordine sociale offerti agli ospiti, promozione di iniziative volte ad alleggerire la presenza dei migranti nel quartiere.
In sostanza, dopo la protesta dei cittadini di Archi, quartiere di Reggio Calabria che ospita un centro d’accoglienza per minorenni extracomunitari non accompagnati, il prefetto Michele Di Bari promette più servizi: agli immigrati!
“La protesta non nasce tanto dalla presenza dei migranti – interpreta liberamente il prefetto – quanto da alcuni comportamenti tenuti negli ultimi mesi, che sono diventati poco consoni (poco consoni!) al vivere civico. Probabilmente il malumore – aggiunge Di Bari – è nato da un episodio di qualche settimana prima”.
Sul fronte dei servizi sociali, già da tempo il Comune ha messo a disposizione dei giovani ospiti i volontari di un’associazione che si prendono cura dei minori non accompagnati. Noi sappiamo in che modo, se ne “prendono cura”…
Le misure, nel caso di minori stranieri non accompagnati, “non prevedono comunque l’espulsione“. Possono liberamente molestare le donne, perché si fingono minorennni, e alle coop del capo del Prefetto va benissimo così.
Solo pochi giorni fa sono sbarcati in città altri 100 sedicenti minori. E’ di tre giorni fa, invece, un bando della Prefettura per l’individuazione di strutture ricettive e gestione, per un totale di 250 minori in tutta la provincia. Si punta a un’accoglienza diffusa, per diffondere il tumore il più possibile.
“L’attività della Prefettura – ribadisce il Prefetto Michele di Bari – è diretta affinché il servizio di accoglienza miri ad assicurare la dignita’ dell’accoglienza ai minori non accompagnati”. E noi che pensavamo i fancazzisti di Stato prefetti fossero pagati dai cittadini perché si occupassero della loro sicurezza.