Banca Boschi, perquisizioni in corso

Vox
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La guardia di finanza sta eseguendo perquisizioni finalizzate alla ricerca e al sequestro della documentazione riguardante il collocamento sul mercato finanziario delle obbligazioni subordinate, emesse dalla Banca Etruria ora in liquidazione coatta amministrativa. Lo rende noto la procura di Arezzo precisando che dalle indagini è emersa la presenza di una “cabina di regia” a livello manageriale, che ha prescritto il collocamento delle subordinate individuando anche soggetti con un profilo di investitore a “rischio basso”, mentre l’investimento è proposto di norma ai clienti ‘professionali’, in grado di valutare il rischio. Dalla ‘cabina di regia’, individuata anche grazie ad oltre 400 denunce sarebbe partita la direttiva di collocamento delle subordinate attraverso i responsabili d’area e degli uffici territoriali. In alcuni casi il cliente sarebbe stato spinto a disinvestire da forme di capitale garantito per favorire l’acquisto delle obbligazioni subordinate.

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Le obbligazioni subordinate sono dei titoli il cui rimborso, in caso di liquidazione o fallimento dell’emittente avviene successivamente alla soddisfazione dei creditori ordinari, comprese le normali obbligazioni. Ciò comporta che tali obbligazioni abbiano un rischio maggiore rispetto alle normali obbligazioni ma un rendimento maggiore. Essi vengono trattati alla stregua del capitale e non sono considerati strumenti di debito tradizionale ).
Taluni risparmiatori potrebbero, pertanto, essere stati indotti a sottoscrivere questi prodotti finanziari senza essere però consapevoli del rischio effettivo, magari perché fuorviati dal nome “obbligazioni”. Come nel caso del ‘salvataggio’ delle 4 banche amiche del governo.

Valgono 60 miliardi di euro le obbligazioni subordinate, e perciò potenzialmente azzerabili in caso di fallimento, emesse dalle banche italiane e in circolazione.
Nelle oltre 360 emissioni compaiono i titoli dei colossi Unicredit e Sanpaolo, ma anche di banche medie e di Bcc. Oltre 150 con ‘tagli’ piccoli da 1000 euro e perciò in mano a piccoli risparmiatori.
Oltre due terzi delle obbligazioni subordinate è sprovvista di rating.