Comune raddoppia TARI a chi ospita finti profughi, Cgil protesta

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Come prevedibile, la decisione del Consiglio comunale di aumentare le tariffe Tari per gli alberghi che ospitano gli immigrati ha sollevato reazioni scomposte da parte dei fancazzisti della politica e dei finti sindacalisti della Cgil, ormai un organo di mantenuti, per mantenuti..

«Non intervengo sulla questione politica», commenta il presidente provinciale di Federalberghi, Emilio Schirato, «ma da un punto di vista tecnico, credo possa avere senso il fatto di aumentare la Tari per chi accoglie gli immigrati. Gli alberghi, infatti, in questo periodo storico, hanno tassi di occupazione di camera al di sotto del 50% delle possibilità, che si riduce ulteriormente d’inverno, per cui producono meno immondizia rispetto a chi, ospitando gli immigrati, ha le stanze piene tutto l’anno».

Quanto alla scelta di alcuni albergatori di accogliere gli immigrati, Schirato aggiunge: «La situazione allarma i villeggianti, parecchi dei quali hanno già cominciato a disdire le prenotazioni. E questo non può che preoccuparci».

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Decisamente d’accordo con l’aumento delle tariffe è Daniela Renisi, presidente dell’associazione Alberghiamo che comprende numerosi hotel cittadini. «Si tratta di una tutela verso il settore turistico», sottolinea. «Abbiamo sempre sostenuto che chi ospita immigrati in città, uccide un’economia vocata all’ospitalità».

A puntare il dito contro la stangata sono, invece, i segretari locali di Sel, Daniele Licheri e Fiorangelo Cutilli.

Il sindacato chiede al sindaco e al consiglio comunale di ritirare l’emendamento che prevede fino all’85% di aumento della Tari per gli hotel che accolgono immigrati. Emilia Di Nicola e Patrick Guobadia: “Scelte razziste e antieconomiche: in altre città sono i Comuni a prendersi carico dei profughi”.

“L’emendamento approvato all’interno della delibera riguarda l’aumento della quota variabile Tari fino all’85% per le strutture alberghiere della riviera che perdono la propria connotazione turistica con l’introduzione delle medesime in una categoria diversa da quella alberghiera”. Secondo la Cgil, invece, “la Giunta di Montesilvano avrebbe dovuto quantomeno farsi carico della sistemazione dei migranti arrivati nel territorio.