Economisti tedeschi: “Profughi paghino tassa d’ingresso”

Vox
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“Effetto aspirapolvere”. La politica delle “gambe aperte” della Merkel ha avuto l’effetto di moltiplicare l’arrivo di clandestini camuffati da profughi, in Germania e in Europa.

E due economisti tedeschi che insegnano a Zurigo, Bruno S. Frey e Margit Osterloh, hanno avuto un’idea per limitare e incanalare gli arrivi: chiedere ai migranti una di “tassa di ingresso”, determinata anche, scrivono in una lettera pubblicata dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung, “in base alla domanda che esiste nel Paese che li dovrebbe accogliere”, “tenendo conto della disponibilità della popolazione ad accogliere altri migranti”.

La premessa, scrivono i due influenti economisti, è che si sospendano le norme che addossano alle compagnie aeree la responsabilità dei migranti che viaggiano senza visto. I profughi dovrebbero arrivare dunque in modo sicuro a destinazione, naturalmente dopo aver pagato la loro “tassa”. E l’obolo da consegnare ai Paesi dove i profughi vorrebbero chiedere asilo, avrebbe il vantaggio duplice di lasciare i trafficanti di uomini a mani vuote e di destinare quelle risorse ai Paesi che si assumono il compito di accoglierli e integrarli. Se la richiesta venisse accolta, i due economisti sostengono che i profughi dovrebbero ricevere indietro i loro soldi. E’ una proposta che si ispira apertamente alla legge svizzera, che impone già adesso ai migranti di consegnare, quando entrano nel Paese, una parte delle loro ricchezze alle autorità elvetiche.

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L’articolo cita anche un lavoro di Michael Clemens e Branko Milanovic in cui si sostiene che la libera migrazione avrebbe il potenziale di raddoppiare la ricchezza nel mondo e potrebbe risolvere il 75% delle diseguaglianze. Ma respingono l’idea che ciò possa avvenire senza criteri selettivi all’ingresso. Monetizzare l’arrivo dei profughi, argomentano, significa imporre una selezione a priori. Frey e Osterloh ricordano che aiuti sociali generosi (come in Germania) non sono un incentivo forte per migranti altamente qualificati, mentre lo sono indubbiamente per chi arriva in un Paese con un livello di istruzione basso. Secondo i due economisti tedeschi, una proposta del genere eliminerebbe anche l’enorme nodo della distribuzione delle quote in Europa: “Il prezzo di ingresso avrebbe l’effetto di incanalare automaticamente i flussi”. E’ una proposta – concludono – che restituirebbe ai migranti la loro “sovranità di decidere: riprenderebbero in mano il loro destino”.

Tutte le proposte che puntano a ‘limitare gli ingressi’ sono bene accette. Non di meno è la solita puttanata. Non di ‘selezione’ abbiamo bisogno, a questo punto, ma di blocco totale. Non è una questione economia, ma demografica. E’ in ballo qualcosa di più di freddi numeri e formule matematiche: è in ballo il futuro della nostra civiltà.

Quando al lavoro di Michael Clemens e Branko Milanovic in cui si sostiene che la libera migrazione avrebbe il potenziale di raddoppiare la ricchezza nel mondo e potrebbe risolvere il 75% delle diseguaglianze, è una stupidaggine. E’ vero che ridurrebbe le ‘diseguaglianze’, nello stesso modo in cui mettere in comunicazione due vasi, uno vuoto e l’altro pieno pareggia il livello dell’acqua: ma se chiedeste al vaso ‘mezzo pieno’ se è felice del ‘cambiamento’…