BOLZANO – Rito abbreviato. Questo hanno chiesto gli avvocati Stefano Zucchiatti e Simone Giuseppe Bergamini per i quattro terroristi islamici curdi, arrestati a novembre dai carabinieri dei Ros dopo un’inchiesta durata alcuni anni, con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo e l’aggravante della trasnazionalità.
In carcere, da oltre due mesi, ci sono Abdul Rahman Nauroz, che abitava a Merano, come Eldin Hodza, unico kosovaro del gruppo, Abdula Salih Ali Alisa, che risiedeva a Collalbo, e Hasan Saman Jalal, un appartamento in affitto in via Druso a Bolzano. L’udienza si terrà dunque davanti al gup di trento, presumibilmente tra la fine di aprile e i primi di maggio.
Abdul Rahman Nauroz, 36enne responsabile della cellula italiana, viveva e faceva proselitismo in una casa il cui affitto era pagato dai servizi sociali della città. E questo lo abbiamo già scritto.
“Se vuoi vivere in Italia è meglio che tu vada a Bolzano – si legge nelle intercettazioni risalenti al 27 aprile tra Muhamad Majid e tale Kalid – …ti pagano la casa anche se non lavori”.
“Per il lavoro e anche per il sociale – aggiunge Kahlid – basta che fai come ha fatto Mullah Kawa, lui ha pagato l’affitto di casa soltanto per sei mesi. Dopodiché ci hanno pensato i servizi sociali. Che lavora o che non lavora è uguale! Può startene tranquillamente a casa che tanto gli paga tutto il Comune. Gli passano pure un mensile per lui, la moglie e i figli”.
“Il sistema che utilizzano a Bolzano è come quello tedesco – spiegava Kalid – tutti i curdi che si trovano a Bolzano non lavorano. Stanno tranquillamente a casa… pensa bene a quello che ti ho detto”.
Siamo l’unico Paese che processa i terroristi con il rito abbreviato, e quindi lo sconto di pena.