Scandalo Forteto: la coop paga ancora affitti e stipendio a condannati

Vox
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“Il Forteto paga ancora l’affitto ai condannati” in primo grado al recente processo. E’ quanto emerge, dopo la visita della commissione d’inchiesta del Consiglio regionale della Toscana presso i locali della cooperativa, nella denuncia del capogruppo di Fratelli d’Italia e vicepresidente della commissione Giovanni Donzelli.

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“Ieri pomeriggio con la Commissione d’inchiesta sul Forteto siamo stati in visita nei locali della cooperativa. La cooperativa Il Forteto concede ai membri della comunità gli immobili in affitto gratuito. Fra i beneficiari ci sono molti condannati che ancora vivono in quella struttura, tra cui Luigi Goffredi, già braccio destro di Rodolfo Fiesoli, che lavora ancora oggi per l’associazione ma risulta dipendente della cooperativa che dunque gli paga uno stipendio.
I lavoratori, sia i soci che gli esterni, ci hanno confermato di non aver mai visto Goffredi lavorare al caseificio o nei campi. Sarebbe questa la discontinuità della cooperativa con il passato e con una comunità i cui vertici sono stati pesantemente condannati?
Il rinnovamento annunciato dal presidente Palanti è soltanto di facciata; che motivi validi ci possono essere a cedere in uso gratuito immobili da cui potrebbe invece trarre profitto, specie se l’azienda denuncia un calo di fatturato? E perché l’azienda, che gli stessi vertici hanno definito ‘demansionata’ non rimuovono almeno dalla guida dei settori produttivi i condannati?
Uno dei problemi più gravi che si verifica ancora oggi è che i soci che hanno avuto il coraggio di denunciare i gravi fatti accertati dal tribunale di Firenze, oltre che dalla prima commissione regionale d’inchiesta, sono ancora costretti a lavorare fianco a fianco con i carnefici, molti dei quali condannati.
Per di più la loro richiesta di ottenere un membro all’interno del Cda non è gradita, perché permetterebbe anche a loro di visionare documenti e atti della cooperativa di cui sono soci, ma su cui evidentemente non c’è la necessaria trasparenza.
Che motivi validi può avere il Cda a perseverare in questo atteggiamento, se non quelli di reciprocità fra comunità ed una cooperativa che solo a parole professa discontinuità e separazioni con i fatti giudiziari?”.