Governo: “Obbligatorio garantire schede telefoniche ad ogni migrante”

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Dalla prefettura assicurano che il business andrà avanti as usual, tutto si risolverà nel giro di pochi giorni. La querelle (schede si e schede no) tra Governo e Comune si risolverà.

E le onlus (a pagamento) «Fondazione Progetto Arca» e «Farsi Prossimo» si vedranno rinnovare dal ministero dell’Interno la convenzione grazie alla quale hanno finora garantito – a spese nostre – assistenza ai sedicenti profughi che infestano i tre centri d’accoglienza aperti dal Comune in via Aldini, via Mambretti e a «Casa Suraya», in via Padre Salerio.

Tali convenzioni sono scadute già dal 31 marzo scorso, uno stallo dovuto ad un contenzioso che ormai da settimane divide il Viminale e la Prefettura da un lato, le due associazioni e il Comune dall’altro: il contenzioso sull’opporunità di comprare ai clandestini schede telefoniche ricaricabili di almeno 15 euro.

I clan di Mafia Capitale si sbranano per le schede telefoniche ai clandestini.

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Per Al Fano non ci sono cavoli, è “obbligatorio procurare ai profughi tessere prepagate di telefonia mobile“. E’ un diritto umano.

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In questo senso, il governo è perfino più xenofilo di Pisapia: «La convenzione presa a modello dal ministero riguarda i richiedenti asilo, ovvero: persone che intendono stabilirsi nel nostro Paese – spiega il solitamente xenofanatico assessore comunale alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino –. Il caso dei profughi che dalla Libia continuano ad arrivare in Italia e a Milano invece è diverso: queste sono persone in transito, non ha alcun senso procurare loro delle schede telefoniche per i pochi giorni di permanenza nelle nostre strutture».

In media i giorni di permanenza sono tre, non di più. Non profughi, clandestini.

Le associazioni protestano: «Riceviamo dallo Stato (dalle nostre tasse) 25 euro al giorno per ogni migrante assistito e con questa diaria dobbiamo garantire vitto, alloggio, medicinali e altre eventuali necessità a chi arriva a Milano». Solo il kit antiscabbia costa, ad esempio, 23 euro.«Non possiamo quindi permetterci di spendere 15 euro per ricariche telefoniche».

Non fosse tragico, sarebbe ridicolo.