Imprese italiane muoiono, quelle di immigrati (fasulle) aumentano

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Mentre la crisi miete vittime nelle imprese italiane, che hanno perso 11.000 unità, le cosiddette ditte individuali costituite da cittadini extracomunitari hanno raggiunto nel 2014 quota 335.000 (+7%) superando il 10% del totale. Lo rileva Unioncamere specificando che per le ditte individuali straniere c’è stata una crescita di 23.000 unità.

Visto che il Pil è sceso anche nel 2014, significa che la loro presenza è inversamente proporzionale alla crescita economica. Sono un danno.

E il motivo è duplice. In gran parte si tratta di varie tipologie di imprese fasulle nate per prendersi il malloppo e scappare (vedi articolo in alto), o di sedicenti ‘imprese’ individuali come muratori che si trasformano in partite iva per truffare i contributi, nonché venditori ambulanti semi-abusivi.

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Lo dimostra il fatto che le ‘imprese’ straniere più numerose sono quelle dei marocchini.

Poi ci sono i cinesi, che come tutti i parassiti sono inversamente proporzionali come numero al benessere dell’ospite.

Questi dati sono la dimostrazione di come la presenza di immigrati sia negativa, devastante per il tessuto economico, oltre che per quello sociale: altrimenti, le loro ‘imprese’ seguirebbero l’andamento dell’economia, come quelle italiane.