Il Perù dice ‘no’ alle unioni gay

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congressoIl dibattito è durato quattro, lunghissime ore. Ma, alla fine, la Commissione Giustizia del Congresso peruviano ha respinto a maggioranza il progetto di legge, che, se approvato, avrebbe approvato le unioni civili tra individui dello stesso sesso.

Solo quattro membri del Congresso hanno sostenuto l’iniziativa. Due appartenenti a forze di sinistra e programmaticamente rivoluzionarie, vale a dire Mauricio Mulder dell’Apra (Alleanza Popolare Rivoluzionaria Americana) e Veronika Mendoza dell’Ap-Fa (Azione Popolare-Ampio Fronte di Sinistra). Gli altri due sì sono giunti da Cecilia Chacon e Pedro Spadaro, appartenenti invece a Fuerza Popular, formazione liberale, spaccatasi su questo oggetto. Sei i voti contrari e due gli astenuti.

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L’autore del testo, Carlos Bruce del CP (Concertazione Parlamentare, altro partito di sinistra), l’ha sparata grossa e bluffato clamorosamente e male sulle cifre: non vi sarebbe, a suo giudizio, «alcun motivo per il quale lo Stato non possa riconoscere i diritti di tre milioni di persone». Nonostante il polverone sollevato con le solite parole roboanti («diritti umani», «parità», «eguaglianza tra coppie omosessuali ed eterosessuali», e via elencando), il suo obiettivo era molto chiaro: estendere anche alle “nozze” gay l’accesso ai programmi statali di assistenza sociale, alla costituzione di una comunità di proprietà e di eredità. Contributi e benefici annessi. Senza tener conto di come la famiglia naturale abbia a sua volta tali riconoscimenti soltanto a fronte di garanzie specifiche, ch’essa sola può dare: procreazione, educazione dei figli, solidità e stabilità del legame familiare, come ha ben evidenziato Julio Rosas, per il quale la Costituzione e lo Stato garantiscono il diritto al matrimonio tra uomo e donna, in quanto «proteggono la famiglia come istituzione naturale della società». Aggiungendo che non è possibile legiferare «in base agli istinti». Ciò che Mulder, dell’Apra, ha liquidato, di contro, come «pregiudizio», sfuggendo alla responsabilità di affrontare seriamente il nocciolo della questione e preferendo anzi «dare contenuto giuridico ad una realtà esistente», senza neppure chiedersi se sia giusta o meno. Alla stessa stregua, in quanto esistono, andrebbero riconosciuti per legge furti, sequestri, stupri ed omicidi, magari dando anche per essi accesso ai sussidi di Stato. E’ evidente come al furore assurdo dell’ideologia non vi sia mai limite…

Carlos Bruce – col solito concetto bizzarro di “tolleranza” a senso unico, per il quale tutti han diritto di parola, ma solo finché cantan col coro – ha “ovviamente” bollato tutti i voti contrari come «retrogradi, che negano i diritti della minoranza». La Sinistra non si è minimamente posta il problema di capire come, al di là dei numeri, vi siano dei principi ben chiari da tutelare. Ciò ch’è stato invece ribadito da Julio Rosas di Fuerza Popular, che, respingendo al mittente la scomposta reazione di Bruce, ha affermato come il voto abbia «difeso la famiglia peruviana, la famiglia naturale, che è base e fondamento della società». Molto chiaro…

In collaborazione con: nocristianofobia.org