MONTESILVANO – Non hanno altro da fare, gli amministratori – si fa per dire – della città abruzzese. Dopo la proposta e l’approvazione della delibera in Consiglio comunale, Montesilvano è da oggi – non ridete – la prima città ‘derazzistizzata’ d’Italia. Hanno anche tanto di cartello stradale. L’hanno scoperto oggi alle porte della città.
E sicuramente non sarà l’ultima, vista la qualità intellettiva dei Sindaci e dei politici italiani. Ci sarà una corsa.
Si pensava che i Comuni, il fondo, in quanto a ‘cartelli’, lo avessero toccato con il famoso “Comune de-nuclearizzato”, come se le radiazioni leggessero i cartelli e facessero marcia indietro.
«Vivo apprezzamento e soddisfazione per l’iniziativa» sono stati espressi, attraverso il Forum provinciale immigrazione, dal ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge.
La segnaletica è bizzarra. E’ composta da una scritta “Comune derazzistizzato” con il simbolo del cerchio rosso del “divieto di accesso” che contiene una sagoma nera stilizzata di un omino con la mano alzata.
L’opera è stata realizzata dall’artista – parola grossa – Pep Marchegiani, uno dei maggiori rappresentanti della pop art a livello familiare. Di lui si ricorda(?) la lapide con l’immagine di un Gianfranco Funari Superman.
All’happening, oltre al sindaco, l’assessore alle Pari opportunità – poteva, una megalopoli come Montesilvano non avere un assessore a cotanto esiziale ruolo? – anche numerosi esponenti della comunità senegalese, dedita al fondamentale lavoro di venditori abusivi, ed alcune scolaresche costrette a presenziare.
«Le persone che vengono da fuori sono una risorsa – ha commentato il sindaco Attilio Di Mattia – e la diversità culturale è ricchezza». Ci manca, la ‘guerra è pace’, e poi ci siamo.
Secondo Marchegiani invece, si tratta di «un primato per Montesilvano e per l’arte. L’Italia è sempre stata una terra multietnica – dice l’artista – ed è triste pensare che nel terzo millennio si debba sottolineare con un’opera quanto sia orribile classificare l’uomo in razze. Il razzismo è figlio dell’ignoranza e nipote della paura del diverso. Montesilvano è una città multietnica e di questo non dobbiamo avere paura». Molta più paura dell’ignoranza di chi, nel terzo millennio, si definisce artista per non lavorare, e che, ignorando la Storia, considera l’Italia una ‘terra multietnica’. Ne vogliamo discutere, ‘artista’?
Ora servirebbe una bella azione ‘futurista’.