Magistratura intimidisce la protesta: retata contro Forconi

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Ennesima pagliacciata da parte di magistrati da centro sociale. Retata contro i dissidenti del “Coordinamento nove dicembre”, noto come Movimento dei forconi. La magistratura politicamente schierata usa il maglio della violenza legale per disarticolare la protesta.

Nel blitz ordinato dalla procura di Trani sono finite agli arresti domiciliari otto persone. Alle altre 17 è stata, invece, applicata la misura restrittiva dell’obbligo di dimora. I reati contestati ai Forconi sono “violenza privata, minacce gravi e oltraggio a pubblico ufficiale”. Per il procuratore aggiunto Francesco Giannella, “violenza, intimidazione e minacce” sono stati i metodi utilizzati dai manifestanti arrestati per convincere direttori di banca, commercianti e semplici cittadini a partecipare ai cortei o, comunque, ad aderire alle ragioni sostenute dal Movimento. “Se non chiudete, spacchiamo tutto”, “Chiudete o qua finisce male, spacchiamo tutto” e “Bastardi chiudete, uscite fuori” sono alcune delle frasi minacciose riportate nell’ordinanza firmata dal gip Francesco Messina. Minacce che sono state rivolte anche a poliziotti e carabinieri “scesi in strada per salvaguardare l’incolumità dei cittadini”. Lasciano libere orde di clandestini, non applicando la legge; mettono stupratori ai domiciliari con allegra nonchalance, e poi si ‘interessano alla incolumità dei cittadini’? Non siamo scemi. L’unica incolumità che vi interessa è quella dei vostri mandanti: i politici.

Ma è questa frase tutta politica di un magistrato che svela l’intento e la motivazione di tutta la farsa messa in atto dalla Procura: “L’uso stesso della parola sciopero è stato un abuso da parte di queste persone che non hanno colto il senso costituzionale del diritto allo sciopero”, ha detto Giannella. Lo sciopero lo possono fare solo i sindacati di regime. Accadeva lo stesso nell’Urss, dove si organizzavano ‘scioperi di Stato’ per quietare le proteste. Guai, dice il magistrato, scippare la parola ‘sciopero’ ai suo legittimi proprietari.

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“Alcuni tra gli arrestati appartengono agli ultras, ovvero a quel gruppo di soggetti che va allo stadio non per tifare ma per creare disagi – ha aggiunto Capristo – tra di loro c’è anche chi ha precedenti penali di rilievo”.

A margine della conferenza stampa il procuratore Capristo si lancia in una sceneggiata in stile dickensiano, secondo lui, gli arrestati sono “soggetti che fanno della loro violenza il credo quotidiano e in questo senso sono pericolosissimi, spaventano le persone. Ricorderete come le mamme si davano alla fuga preoccupate per i loro bambini. Si trattava quindi di una situazione che meritava una riposta data in tempi celeri”. “Le indagini sono state molto delicate perché si sono guardati i video registrati dalle telecamere – ha continuato ha continuato il procuratore capo – la collaborazione da parte della gente c’è stata ma fino a un certo punto perché avevano paura”. O forse perché non erano d’accordo con voi.

Gli inquirenti hanno fatto sapere che l’inchiesta non è finita. E minacciano: “L’avevamo promesso in sede di comitato per l’ordine pubblico – ha concluso il procuratore capo – la stiamo mantenendo e andremo avanti quindi, nei prossimi giorni, ci saranno anche altri provvedimenti perché non ci fermiamo qui”.

Nemmeno noi, ci fermeremo qui.




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