Incollata alla poltrona: l’evasora con pagaia è ancora lì

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C’è evasione ed evasione. Ad esempio, se ti chiami Idem, di nome fai Giuseppa e vieni dalla Germania, puoi tranquillamente evadere e rimanere ministro della Pari Opportunità – maiuscolo, mi raccomando – soprattutto le tue, opportunità.

Il nipote di Letta si è infatti schierato al fianco della tedesca che ieri si è detta pronta a pagare eventuali sanzioni. Sanzioni?  Un’assessore di un Comune froda il Comune per il quale lavora, froda gli elettori che l’hanno eletta, e rimane ministro?

Dice Lettino:”Ho letto quello che ha detto il ministro Idem, e ovviamente ho fiducia in quello che il ministro ha spiegato”. In realtà non ha spiegato un bel nulla. E ha truffato il fisco.

Questa signora infatti, spacciando un appartamento per palestra, ha sottratto all’erario 5mila euro. Voi direte una ‘bazzecola’: ancora peggio. Se qualcuno è pronto a mentire per poche migliaia di euro, cosa è pronto a fare quando in gioco c’è molto, molto di più?

“Se questa cosa fosse successa in Germania – ha detto  Maroni con evidente ironia – la ministra sarebbe già stata licenziata, siamo in Italia e quindi serve una ‘spintarella’, serve una mozione di sfiducia”.

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E il Carroccio è pronto: “Deve dimettersi, quello che è accaduto è gravissimo – hanno commentato i capigruppo del Carroccio Massimo Bitonci e Giancarlo Giorgetti – è inaccettabile scoprire che su un ministro della Repubblica gravino accuse di furberie per aggirare il pagamento di imposte mentre ci sono famiglie e imprese in difficoltà perchè non riescono a far fronte agli enormi carichi fiscali”.

E anche il M5S  ha annunciato un’interrogazione per chiedere al ministro di spiegare in Aula le motivazioni di “quello che ci auguriamo sia solo uno spiacevole equivoco”.

Secondo diversi quotidiani, risale al 5 giugno il ravvedimento operoso della Idem alla Ravenna Entrate spa per regolarizzare la sua situazione. È il nucleo della relazione che l’area Controllo Economico del Comune romagnolo ha consegnato al sindaco Fabrizio Matteucci. Il ravvedimento della campionessa olimpica è, tuttavia, arrivato tre giorni dopo l’inizio dell’inchiesta di un quotidiano sulla sua residenza nella frazione di Santerno, in carraia Bezzi, dove si trova la palestra “Jajo Gym”, a poche centinaia di metri da quella del marito-allenatore, in via Argine destro Lamone, e sui relativi pagamenti Ici e Imu. Non sarebbe stata corrisposta l’Ici dal 2008 al 2011 dal momento che entrambe erano state considerate abitazioni principali. Il capogruppo della lista civica d’opposizione “Per Ravenna”, Alvaro Ancisi, ha parlato anche di possibile abuso edilizio per l’abitazione-palestra, il cui affittuario-gestore è una società dilettantistica locale.