Fermate quel “razzista”, che di cognome fa Bizzotto

Vox
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Non molti di voi sapranno che c’è un calciatore, tale Mike Havenaar, nato e cresciuto in Giappone da genitori olandesi, che oggigiorno milita nella nazionale giapponese. Insomma, è il “Balotelli del Giappone”. Con, ovviamente, la differenza non da poco, che in questo caso si tratta di un’eccezione, di un individuo nato dalla relazione di un paio di olandesi che si sono trasferiti in Giappone; Havenaar non è dunque, il primo dei tanti altri “nuovi giapponesi” figli di un’invasione ( come invece è il caso del suo “alter ego” “italiano”).

Ma, a parte questo “piccolo particolare”, si può parlare di questo tizio come del “Balotelli del Giappone”.
Eppure, se per quanto riguarda il nostro “Barwuah”, non deve passare giorno senza che, pennivendoli in primis, ci spieghino quanto è italiano come noi ( e di certo più di noi “razzzifassisti”), a quanto pare, per tale Havenaar, le cose stanno diversamente.

E difatti, quando ieri al ’78 dell’incontro “Italia-Giappone”, scontro di quella “commercialata” della Confederation cup [1], Mike Havenaar è entrato in campo, al posto di tal Maeda, queste sono state le parole del telecronista della partita, il giornalista Rai, Stefano Bizzotto:

E’ pronto il cambio, entra un giocatore, che sinceramente di giapponese, ha molto molto poco: Mike Havenaar, padre olandese, si era trasferito[…][2]

Ecco come quando i giornalisti si trovano di fronte a “certi temi”, e li possono affrontare senza le “sovrastrutture sociali” che solitamente li influenzano, esce fuori quello che è il loro reale pensiero.

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Nessuno di noi, vedendo un italiano che è nato in Giappone, penserebbe mai che quello che è un giapponese; come nessuno di noi penserebbe di stare a guardare la nazionale giapponese, se questa fosse composta da bianchi.

Eppure, ci vorrebbero far credere, sfruttando tutto il lavaggio del cervello su “senso di colpa dell’uomo bianco”, e conseguentemente il lavaggio del cervello sul “multiculturalismo”, che davvero un negro ( o nero, per chi si scandalizza con i termini “razziali”), possa essere un italiano come noi, perché nato in Italia. Che davvero, anche la Kyenge, possa essere un’italiana come noi, perché vive da 30 anni in Italia. Che davvero la nazionale inglese possa rappresentare l’Inghilterra, anche se ormai sono tutti africani.
Perché se sei bianco, difficilmente ti crederemo giapponese; ma se sei negro, sei senz’altro un europeo.

Note:
[1]Commercialata, cui chi scrive ha dato un’occhiata, in franchezza, proprio per vedere se il Barwuah ne facesse una delle sue.
[2]http://www.dottorsalute.info/2013/06/20/replica-italia-giappone-4-3-confederations-cup-streaming-diretta-guarda-qui/

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Fonte: Identità.com