Il gene dell’immortalità favorisce i tumori

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Il ‘gene dell’immortalità’ è coinvolto nei tumori: se nelle cellule sane controlla la lunghezza delle strutture alle estremità dei cromosomi legate alla longevita’, in alcune fra le forme più comuni di tumore diventa un alleato delle cellule malate, aiutandole a restare in vita. A identificare il doppio ruolo del gene e’ stato il gruppo di ricerca internazionale guidato dall’Istituto per la ricerca sul cancro della Duke University, che ha pubblicato i risultati dello studio su Pnas.

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La cosa non sorprende. Paradossalmente – detto in modo molto rozzo – in un corpo sano, la presenza di un “intruso” che simula la propria normalità – cosa che fanno i tumori – viene favorita. L’intruso sfrutta a suo vantaggio l’ambiente favorevole. E’ un po’ come avviene in senso opposto in un altro aspetto dei tumori con la chemioterapia, con la quale si “danneggia” sia le cellule sane che quelle cancerogene.
E’ come se vi fosse una difficoltà da parte sia dell’organismo nel primo caso, sia delle cure nel distinguere l’ospite dall’intruso.