Ennesimo africano con sintomi riconducibili a Ebola si è presentato in un ospedale italiano. Aveva un’emorragia dal naso ed era in forte stato confusionale.
Per questo è scattato l’allerta Ebola al pronto soccorso del Gemelli.
Tutto è iniziato intorno alle 13.30, quando il 118 ha soccorso un nigeriano di 45 anni a Saxa Rubra.
L’uomo era tornato da poco a Roma dopo un periodo in patria. Perché il nostro governo continua a far fare agli immigrati la spola con l’Africa, per diffondere meglio i vari virus.
Il paziente è sceso dall’ambulanza ed è stato subito preso in carico dagli infettivologi dell’ospedale, vestiti con tute, occhiali, casco e scarpe protettive. Trasferito in una zona riservata, ma non a pressione negativa come fa protocolli, il nigeriano è stato isolato (meglio dire ‘allontanato) dal resto dei pazienti, che intanto assistevano alla scena.
Incredibilmente, nel giro di un’ora i medici hanno dichiarato il ‘cessato allarme’.
Perché, letterale da un giornale pro-ebola:
non c’erano i sintomi tipici dell’Ebola: il paziente non aveva la febbre e non aveva viaggiato in zone considerate a rischio infezione. Anche i sanitari del 118 sono stati visitati, così come prevede la procedura, mentre l’area delimitata in cui il malato è passato veniva disinfettata. A quel punto, i medici del pronto soccorso hanno potuto riaprire il reparto al resto dei malati. Non prima di averli tranquillizzati, spiegando che l’allarme era ormai cessato.
Un po’ come hanno gli americani mandando le infermiere su aerei e navi da crociera. Allarme cessato. Va tutto bene. State sereni.
Poco importa, che l’unico test in grado di individuare la presenza o meno del virus impieghi minimo 24 ore: la gente non deve sapere. Meglio una visita ad ‘occhio’.
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