Moussa Sangare, per la sorella africana è colpa dell’Italia se ha ucciso

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Ci siamo. Tipico vittimismo migrante. A cui rispondere così: pena di morte per lui e ritorno in Africa per loro, usando lo stesso metro.

**La Doppia Misura della Colpa: Riflessioni su Due Casi di Cronaca**

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Recentemente, due casi di cronaca hanno sollevato un dibattito acceso sulla responsabilità e la colpa in situazioni di crimine. Da un lato, abbiamo la storia del padre di Turetta, crocifisso mediaticamente mentre cercava di rincuorare il figlio in carcere. Dall’altro, la vicenda di Moussa Sangare, la cui sorella afferma che era un bravo ragazzo, cambiato dalla droga, e che nessuno ha aiutato.

**Il Caso Turetta: La Colpa della Famiglia**

Nel caso di Turetta, la famiglia è stata demonizzata per non aver insegnato al figlio l’accettazione del rifiuto. La pubblica gogna ha colpito duramente il padre, che, nonostante tutto, cercava di sostenere il figlio in un momento di difficoltà. Questo episodio ha messo in luce come, spesso, la società sia pronta a puntare il dito contro la famiglia, attribuendo loro la colpa per le azioni dei figli.

**Il Caso Sangare: La Colpa dello Stato**

In contrasto, la storia di Moussa Sangare presenta una narrativa diversa. La sorella di Moussa sostiene che era un bravo ragazzo, ma che la droga lo ha cambiato e che nessuno si è mosso per aiutarlo. In questo caso, la colpa viene attribuita allo Stato, che non ha fornito il supporto necessario per prevenire la deriva di Moussa verso la criminalità.

**Una Riflessione sulla Doppia Misura**

Questi due casi evidenziano una doppia misura nella percezione della colpa. Quando l’assassino è italiano, la responsabilità ricade sulla famiglia patriarcale. Quando, invece, l’assassino è di origini straniere, la colpa è dello Stato e si cerca di comprendere le sue motivazioni. Questa disparità di trattamento solleva importanti questioni su come la società affronta la responsabilità e la colpa in situazioni di crimine.

**Conclusione**

È fondamentale riflettere su queste dinamiche e cercare di adottare un approccio più equilibrato e giusto. La colpa non dovrebbe essere attribuita automaticamente in base all’origine o alla nazionalità, ma dovrebbe essere valutata caso per caso, considerando tutte le circostanze e i fattori coinvolti.