MAXI SBARCO DI 573 INVASORI A LAMPEDUSA: TUTTI MASCHI IN ETA’ MILITARE

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Le motovedette della cosiddetta Guardia costiera hanno agganciato, al largo di Lampedusa, un peschereccio con a bordo 573 (tra cui solo 4 donne) clandestini.

Questi portano in Italia gli stupratori e gli assassini del nostro futuro. E li paghiamo anche per farlo. Ma non vi vergognate a fare un lavoro del genere?

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Il gruppo è partito dalla Libia. Dopo lo sbarco a molo Favarolo, è in corso di trasferimento all’hotspot di contrada Imbriacola che da venerdì sera era completamente vuoto perché il migliaio arrivato nei giorni scorsi è già staot trasferito nelle vostre città.

Sono tutti islamici da Egitto, Bangladesh, Pakistan ed Etiopia. A raccattarli anche navi svedesi di Frontex.




6 pensieri su “MAXI SBARCO DI 573 INVASORI A LAMPEDUSA: TUTTI MASCHI IN ETA’ MILITARE”

  1. Il governucolo è affetto e afflitto da una prostrazione anti-culturale criminale verso gli ultraregressisti.

    ”Il governo non può seguire la sinistra

    Caro Giordano, molti elettori del centrodestra stanno con Vannacci e non con Crosetto, è un dato di fatto. Il comportamento del ministro che si è fatto dettare la linea da un giornale d’opposizione è stata una brutta pagina. Basta subire la sinistra e il politicamente corretto, così si perde l’identità del centrodestra. Sull’immigrazione non si prendono decisioni impopolari perché poi la sinistra sbraita. Si abbia il coraggio di fare il cambio di passo promesso.
    Roberto Finatti

    È incredibile come gli esponenti del centrodestra, non appena agguantano una poltrona, si facciano sedurre dai giornali di centrosinistra. Leggono solo quelli, parlano solo con quelli, cercano di piacere solo a quelli. Noi continuiamo a ripetere loro: «Ehi, signorini, guardate che se voi siete arrivati lì non è per i lettori di Repubblica, ma perché c’era gente che sosteneva le vostre idee, prendendosi palate di fango sul muso. Ora non potete girare le spalle a questi ultimi, considerarli dei buzzurri, e mettervi in ghingheri per partecipare al gran balletto radical chic. Anche perché tanto non ci riuscite. E vi prenderanno presto a pernacchie». Ma non c’è niente da fare: è più forte di loro. Così rischiano di rovinarsi. Sull’immigrazione, per esempio, il governo di centrodestra deve dare rapidamente un segnale forte di svolta. Riuscirà a farlo? E in tempi utili?”
    La Verità, Lunedì 4 Settembre 2023, pagina 21.

    Putridamente corrotto, non politicamente corretto!
    Decisioni non impopolari! ma patriottiche! anti-utraregressiste! anti-italicide!
    Sarebbero decisioni popolarissime, visto che il popolo li ha votati precisamente perché arginino l’italicida invasione.

  2. Affinché ci svegliamo, affinché ci riuniamo, deve tornare il metus hostilis, la paura del nemico.

    Gl’italiani del XIX secolo, del XX e dell’inizio del XXI perpetrarono e stanno perpetrando gli stessi, identici, errori degli assiri del IX e dell’VIII secolo a. C. / a. e. v., e dei babilonesi dell’VIII, del VII e del VI secolo a. C. / a. e. v.

    Da dopo la terza guerra punica, iniziò la decadenza, la frantumazione della Res Publica.
    La decadenza e la distruzione della Res Publica furono perpetrate dall’imperialismo, dall’apolidismo, dall’ultracotanza italicida.

    ”Infatti, prima della distruzione di Cartagine, il Popolo e il Senato Romano trattavano insieme tutte le questioni della Repubblica, in perfetta concordia e moderazione, e non vi era tra i cittadini competizione per l’ambizione di primeggiare né di dominare: il timore dei nemici manteneva i cittadini in comportamenti corretti. Ma quando quella paura svanì dagli animi, allora naturalmente vi penetrarono quei mali che la prosperità comporta, la dissolutezza e la tracotanza. Così quella tranquillità che nelle difficoltà avevano desiderato, una volta ottenuta divenne più dura e più dannosa. Infatti, i nobili trasformarono in licenza il loro prestigio, il popolo la sua libertà: ognuno a pretendere per sé, ad arraffare a far man bassa. Così tutto fu dilaniato fra le due parti, e la Repubblica, che si trovava nel mezzo, ne fu straziata.”
    Gaio Sallustio Crispo, La guerra giugurtina, 41-2.

    ://www.ilprimatonazionale.it/cultura/la-forza-viva-della-nazione-perche-tornare-a-leggere-enrico-corradini-268202/

    ://www.ilprimatonazionale.it/cultura/unita-e-la-potenza-delle-nazioni-enrico-corradini-256550/

    Enrico Corradini non capì nulla della decadenza e della caduta dell’italicida impero romano.

    È come se l’Italia, dopo la distruzione di Cartagine nel 146 a. C. / 608 a. U. c., e dopo la Liberazione di Roma il 20 settembre 1870, avendo improvvisamente «scoperto» che al di là dei suoi confini tradizionali c’erano altre terre e altre ricchezze, e che la sua superiorità militare sui vicini era schiacciante, non abbia saputo resistere all’impulso di impossessarsene.

    ”In una lettera di età neo-assira la città di Babilonia proclama fieramente le sue tradizioni di «libertà» e di cosmopolitismo: […] chiunque entri in città viene protetto, sia esso un babilonese o uno straniero, un sedentario o un nomade, un uomo o una donna, un essere umano o perfino un animale […] All’ideologia imperiale dell’unificazione per soppressione del diverso, essa contrappone inconsciamente l’ideologia dell’unificazione per accoglimento del diverso.”
    Ibidem, XXXI, ”Il collasso dell’impero, i Caldei”, pagine 774-5.

    Stiamo ricalcano i medesimi errori dell’impero assiro e dell’impero babilonese.
    Il tragico difetto è sempre il medesimo: l’assenza di autocontrollo, la schiavitù agl’impulsi beluini.
    La beluina follia ci fa precipitare nell’orrido abisso infernale.
    Noi Italiani dobbiamo imparare ad autocontrollarci, ad avere l’imperio su noi stessi, a rafforzarci interiormente e a fortificarci internamente.
    Noi Italiani dobbiamo resistere agl’impulsi feroci, feroci contro noi stessi! che nuocciono a noi stessi!

    ”Recuperate le dimensioni tradizionali, l’impero aveva di fronte due problemi, uno di riorganizzazione interna e uno di crescita ulteriore. La riorganizzazione sembrava più urgente: ma i successori di Assurnasirpal II non seppero o non vollero mettervi mano, avventurandosi in un’ulteriore espansione non adeguatamente fondata.

    La prima espansione e la crisi di crescita (858-745)

    Salmanassar III ([…] 858-824) racconta nelle sue iscrizioni annalistiche un’interminabile serie di campagne annuali, […] con una continuità e un impegno i cui risultati restano però discutibili. È come se l’Assiria, avendo improvvisamente «scoperto» che al di là dei suoi confini tradizionali c’erano altre terre e altre ricchezze, e che la sua superiorità militare sui vicini era schiacciante, non abbia saputo resistere all’impulso di impossessarsene.”

    Mario Liverani, ”Antico Oriente. Storia società economia”, Laterza, 2020, XXVIII, Lo sviluppo dell’impero neo-assiro, pagina 674.

    Gli odierni apolidisti stanno perpetrando il tellurico, il vulcanico peggioramento parossistico degli stessi, identici, orrori.

    1. Gl’italiani della fine del XIX secolo, del XX e dell’inizio del XXI perpetrarono e stanno perpetrando gli stessi errori imperialistici / apolidistici degli assiri del IX e dell’VIII secolo a. C. / a. e. v., e dei babilonesi dell’VIII, del VII e del VI secolo a. C. / a. e. v.
      La famigerata torre di Babele fu costruita da Nabucodonosor II, il quale tiranneggiò tra il 604 e il 562 a. e. v.

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