Africano stupra italiana: “Impressionante brutalità”

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Una violenza di «impressionante brutalità» quella commessa al campus Borsellino poco dopo la mezzanotte del 29 ottobre 2022: «una violenza fisica, psicologica e sessuale di massimo grado». Ma non è stata solo l’aggressione terrificante a impressionare il tribunale dei minori, bensì «l’assenza totale di pentimento» e l’essere arrivato persino a «infamare» la giovane vittima del suo stupro, senza mai rivolgerle delle scuse. E pesano «menzogne, contraddizioni, incongruenze» del suo racconto, gli «odiosi commenti» che ha attribuito alla studentessa e il non aver avuto alcuna pietà dopo averla annichilita e quasi uccisa. Ha raccontato un mucchio di bugie, come il fatto che lei gli avrebbe detto «grazie, grazie, grazie» mentre lui abusava di lei, infliggendole sevizie. Le motivazioni della condanna a 6 anni e 8 mesi in abbreviato, inflitti il 12 luglio al giovane italiano di origini senegalesi (che all’epoca aveva 17 anni), ripercorrono i tragici fatti di quella notte nella residenza di via Borsellino, l’incubo della studentessa poco più che ventenne arrivata dalla Sicilia in quel campus da poco, per studiare all’università di Torino. Ma raccontano anche la sconvolgente personalità dell’imputato, che rientra appieno in quella del «sex offender».

La giudice Maria Grazia Devietti Goggia spiega subito che si tratta di una vicenda di «indubbia peculiarietà», sia per l’estrema gravità del reato, che per una serie di circostanze «singolari». Una vicenda così assurda che all’inizio era sembrata incredibile, tanto che persino la procura si era sentita di dover rivolgere le proprie scuse alla vittima, che invece si è rivelata sempre attendibile e precisa. Lo stupro era avvenuto in un luogo particolare, che sembrava protetto. Quella sera «c’erano pochissimi studenti» per via delle festività. Al nono piano la giovane vittima era in videochiamata con un’amica quando aveva sentito bussare. E lei, uno scricciolo rispetto a lui, era stata sopraffatta dal suo stupratore, che con forza, con i pantaloni già abbassati, l’aveva costretta a subire la violenza, costringendola a un rapporto non protetto. L’aveva quasi soffocata, stringendole il collo con forza. Le aveva fatto sbattere la testa contro il comodino, le aveva spaccato il cellulare diventato inutilizzabile. E l’aveva minacciata di morte, non solo per violentarla, ma anche per non essere denunciato. Oltre a tutto ciò, messo di fronte all’evidenza delle prove, si era inventato allucinanti particolari, come il fatto che lei gli avesse aperto nuda. Nessuna attenuante può essergli quindi riconosciuta «per l’estrema capacità a delinquere dimostrata», ma anche «per lo stile di vita privo di ogni regola» e connotato da «consumo di ogni tipo di sostanza» e per le «dichiarazioni infamanti per la vittima, improntate a una farneticante autoesaltazione, con strategie di mera convenienza durante il processo». Un racconto «infarcito di menzogne seriali tese a minimizzare, dimostrando certa callidità, giungendo a ribadire i presunti gradimenti persino in presenza in aula della studentessa e addirittura omettendo di rivolgerle un qualsiasi pensiero, in linea con il deserto morale in cui è maturato il reato e con il vuoto stagno che ha preso il posto della doverosa riflessione». Persino sollecitato dal giudice a una parola di scuse, «rimediando in modo indiretto e distante, senza guardarla e neppure girarsi e senza nemmeno avanzare una qualsiasi offerta risarcitoria». Il giovane, che per il giudice ha una «spiccatissima pericolosità sociale», solo alla fine «ha compreso di dover lavorare a lungo su di sé» ma senza empatia. E ora, assistito dagli avvocati Giuseppe Vitello e Gianluca Bona, attende un altro processo, per aver aggredito un’altra donna per strada.




2 pensieri su “Africano stupra italiana: “Impressionante brutalità””

  1. ://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/stupro-al-campus-di-torino-linfamante-racconto-del-senegalese-fermato-lei-mi-ha-ringraziato-249227/

    La stuprata lo ritiene di 25 anni.

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