Nigeriano, con diversi precedenti e a cui è già stata negata la protezione internazionale, ha molestato una ragazza: liberato immediatamente. pic.twitter.com/K6ShG4ZWU9
Con una domanda è cominciato l’incubo vissuto da una 27enne molestata al parco di Tor Tre Teste, quartiere Alessandrino. «Come si chiama questa parte del tuo corpo?» le ha chiesto Amos G., 34 anni, nigeriano, indicandole il fondoschiena con la mano. Che, poi, ha allungato per toccarle una natica. Pochi minuti dopo l’uomo è stato fermato con l’accusa di violenza sessuale. VERIFICA LA NOTIZIA Ieri però i giudici non hanno convalidato l’arresto nel corso della direttissima: le manette sono scattate qualche minuto dopo la violenza e pertanto è venuta a mancare la fragranza di reato.
Amos dunque è tornato in libertà.
Anche la pm Santina Lionetti aveva proposto la scarcerazione, ma con l’obbligo di firma. Il 34enne vive da 13 anni in Italia, dove ha accumulato diversi precedenti per resistenza a pubblico ufficiale.
Ora, però, è in procinto di tornare nel suo Paese, essendogli stata di recente respinta la domanda di asilo politico.
Certo, è in procinto. Non si sa se faccia più schifo lo Stato o i giornalisti che ne parlano.
Ecco la cronaca del pomeriggio da incubo vissuto dalla giovane 48 ore fa. Attorno alle 14 la 27enne va a fare una passeggiata al parco. Sulle spalle porta uno zainetto. Dopo qualche minuto, le si avvicina Amos. Ha un turbante e la mascherina. Senza presentarsi, le domanda come si chiama in italiano una certa parte del corpo: il sedere. Lei lo guarda, rimane allibita, ma sta zitta.
Lui insiste. Ripete la domanda e con un dito indica la zona sotto lo zainetto. Alla ragazza tremano le gambe. Perché nel parco, intorno a lei, non c’è nessuno. Così si chiude nel silenzio. Il nigeriano però ripropone il quesito. E la 27enne rimane ancora muta. A quel punto lui allunga la mano e le tocca il didietro. La giovane sbianca, si blocca come se fosse un automa. Guarda avanti a sé sperando di imbattersi in qualcuno. Quella mano addosso l’ha terrorizzata. Teme che possa andare ancora peggio. Affretta il passo, ma Amos le rimane accanto.
Poi all’improvviso il nigeriano si allontana. La giovane vede una pattuglia, raggiunge gli agenti e racconta cosa le è successo. I poliziotti raggiungono il 34enne, lo identificano e lo arrestano. In aula il 34enne si è difeso, sostenendo di non aver avuto alcuna intenzione di infastidire la ragazza. «Ho pensato che lei non capisse a quale parte del corpo mi riferissi, e così l’ho indicata. L’ho toccata con un dito. Poi vedendo che non mi rispondeva mi sono allontanato», ha spiegato con toni molto aggressivi. Tanto che il giudice ne ha disposto l’allontanamento dall’aula.
Che Stato di merda!
In un paese serio al primo reato di resistenza a pubblico ufficiale lo avrebbero rimandato al suo paese a calci nel culo.