Il grand jury di Manhattan ha votato per incriminare Donald Trump. Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti, un ex presidente verrà incriminato e sarà chiamato a difendersi da bizzarre accuse penali.
Il procuratore distrettuale di Manhattan, il dem Alvin Bragg, ha indagato Trump in relazione al suo presunto ruolo nell’operazione di riciclaggio del denaro versato alla pornostar Stormy Daniels, all’anagrafe Stephanie Clifford: il denaro – 130mila dollari – sarebbe stato versato nel 2016 con l’obiettivo di ottenere il silenzio della donna su una relazione avuta con Trump nel 2006.
Anche negli Usa hanno la procura di Mil ano. E come in Italia, l’accusato vola nei sondaggi.
“operazione di riciclaggio del denaro versato alla pornostar Stormy Daniels”
Premesso che a mio avviso questa qui non ha neppure capito cosa sia il riciclaggio di denaro,
l’intera operazione giudiziaria-mediatica mi pare ispirata alle vicende berlusconiane nostrane, ben note anche oltreoceano (con la differenza che in questo caso non ci sono bunga-bunga o presunte minorenni marocchine). In sostanza, niente di nuovo, tutta roba già vista. Che barba che noia, direbbe la grande Sandra.
Ovviamente fa riflettere il fatto che l’incriminazione arrivi proprio quando si avvicina l’inizio della prossima campagna elettorale. In ogni caso, mi pare un buco nell’acqua, che al massimo porterà qualche voto in più al mulino di Trump.