Rispetto per la persona, disprezzo totale per le idee di questo individuo.
Onorare la figura di mio padre e il suo messaggio, significa anche battersi perché ogni soccorso in mare venga portato e perché ogni vita venga salvata”.
Lo ha detto Tommaso Urbani, figlio di Carlo Urbani, infettivologo di Castelplanio, in provincia di Ancona, che identificò e morì di Sars nel marzo 2003, durante la seduta del Consiglio regionale Marche nella Giornata dedicata al medico-eroe che nel 1999 ritirò il Nobel per la Pace per Medici Senza Frontiere di cui era presidente della sezione Italia.
Sulle “crisi umanitarie quali quelle dell’immigrazione e troppi morti in mare, immaginate un medico che si rifiuta di prestare soccorso a un paziente, non soccorrere migranti in mare è la stessa cosa”.
Ma qui, la questione è un’altra. Questo personaggio è il fratello della ragazza uccisa da immigrati arrivati col barcone:
Figlia di Carlo Urbani ammazzata da spacciatore siriano agli arresti domiciliari
Morte figlia eroe Sars: i due immigrati l’hanno lasciata morire come Desirée
Nessuno li avesse ‘soccorsi’, lei sarebbe ancora viva. Fossimo il fratello di una sorella morta in quel modo, passeremmo la vita ad affondare barconi. Probabilmente è il caso di farlo preventivamente. Alcuni non imparano mai. Vergogna.
Del resto, è naturale morire per i tuoi figli, per la tua patria, non per gli ‘altri’. Chi muore per gli ‘altri’ non è un eroe, è un cuckold. Perché gli ‘altri’ se ne fregano di te.
Ama il prossimo tuo, non il remoto.
se dovessi scommettere,
scommetterei che è un rikkione, ha la tipica faccia del finokkio!
potrei anche sbagliarmi, ma da come sragiona! credo di avere ragione
PUH