Stupro Piacenza, inizia processo al profugo africano difeso dal PD

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Ricordiamo che il Pd difese la privacy dello stupratore africano sbarcato in Sicilia nel 2014. Ricordiamo che il problema risultò essere il video, non lo stupro. Video che, tra l’altro, dimostrava a tutti quello che era accaduto ed era quindi doveroso diffondere, visto che non si riconosceva la vittima.

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Addirittura il magistrato chiese il sequestro del video presente sui media, ma solo su quelli antipatici al Pd, come Vox. 🎈

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Si è aperto il 23 marzo il processo che vede imputato il 28enne Sekou Souware accusato di aver violentato una donna all’alba del 21 agosto 2022 in pieno centro. Il fatto provocò una vastissima ondata di indignazione e scatenò anche violente polemiche, alcune delle quali presero di mira l’allora avvocato d’ufficio che venne anche minacciata sui social network. L’uomo, in carcere da quella mattina, era in aula ed è difeso dall’avvocato Alessandro Righi, mentre la vittima, una 55enne ucraina, si è costituita parte civile con il legale Sabrina Erba. Durante la prima udienza di smistamento il pm titolare Ornella Chicca e l’avvocato di parte civile hanno chiesto al collegio presieduto da Alessandro Rago (a latere Ivan Borasi e Matilde Borgia) di svolgere a porte chiuse l’udienza nella quale sarà visionato il video e verrà ascoltata la vittima.

Quella mattina, erano le 6.30 circa, la donna era appena uscita di casa per andare al lavoro quando l’uomo – che l’ha incrociata per strada casualmente e che non conosceva – è accusato di averla scaraventata a terra e abusata. Provvidenziale fu la chiamata al 113 di un residente che aveva sentito le urla disperate della vittima e aveva filmato l’aggressione dalla finestra di casa. I poliziotti arrivarono in pochissimi secondi, lo bloccarono e misero fine alla terribile aggressione. Lei, sotto choc e ferita, fu immediatamente portata all’ospedale e visitata. Durante l’interrogatorio di garanzia all’epoca lo straniero aveva raccontato di essere stato ad una festa in discoteca e di essere ospite da un amico. Aveva sostenuto di non aver avuto alcuna intenzione di violentare la donna ma di essersi fermato per soccorrerla quando l’ha vista cadere a terra. L’uomo, richiedente asilo era sbarcato in Italia sulle coste siciliane nel gennaio 2014 e all’epoca dei fatti viveva a Reggio Emilia e lavorava nella nostra città in un magazzino. Il processo è stato quindi aggiornato.