Come si sponsorizzano i trafficanti?
Pubblicando post dell'arrivo delle navi delle #ONG davanti alla Libia (in questo caso, #LifeSupport di @emergency_ong) e immagini dei "clienti" soddisfatti che grazie alle ONG (#GeoBarents) sono sbarcati in Italia.
Anche questo è #PullFactor pic.twitter.com/PktogAUBRp
— Francesca Totolo (@fratotolo2) March 3, 2023
Stando a quanto abbiamo avuto modo di leggere, nei prossimi giorni è prevista una partenza dalla Tunisia, presumibilmente in direzione dell’Italia. Inserendo nel post una cartina con le condizioni meteo marine dei prossimi giorni, l’organizzatore ha annunciato buone condizioni meteo per la partenza, “tutto verificato”, indicando anche le caratteristiche di viaggio: “Sono 20 persone con un 35 cavalli (motore dell’imbarcazione, ndr). La somma è di 2000”. Non viene indicata la tariffa, quindi non è possibile stabilire se si tratti di dinari tunisini o di euro. In ogni caso, si tratta di una esplicita indicazione di uno dei tanti barconi che dalla Tunisia arriva in Italia, presumibilmente a Lampedusa, illegalmente. Vengono anche fornite indicazioni per la durata del viaggio, che secondo alcuni durerebbe dalle 4 alle 5 ore, secondo altri 12 ore. Questo dipende, ovviamente, dalla destinazione finale.
Continuando a scorrere tra i messaggi dei facilitatori, o degli scafisti, perché in queste chat si trova un po’ di tutto, ci siamo imbattuti anche in un post aberrante, che riprende il registro linguistico dei viaggi organizzati per presentare il servizio (illegale) di traduzione dalla Tunisia all’Italia. “Vieni da me e ti farò viaggiare in sicurezza in Europa. Io controllerò la tua situazione dall’Italia. Con xxx non devi temere niente: siamo affidabili”, si legge in uno dei messaggi di una delle pagine che abbiamo controllato. Vengono anche mostrate alcune chat Whatsapp in cui alcune persone chiedono maggiori informazioni sulle partenze: “Mi dispiace per chi non ha ancora avuto risposta. Vedete, non riesco a rispondere a tutti contemporaneamente”. Una strategia di vendita ben nota per un servizio illegale che viene liberamente promosso in internet senza troppi scrupoli, spiegando di essere in attività da 9 anni, “che non sono 9 mesi”, e che le tariffe per il viaggio in Italia sono più elevate per la qualità dei mezzi offerti, che non sono “barche gonfiabili”.
Viene poi annunciato con giubilo l’arrivo di un’imbarcazione con 45 persone a Lampedusa: il messaggio è dello scorso 10 febbraio ma non è detto che si tratti di uno sbarco avvenuto nei giorni precedenti. È del 3 febbraio la notizia dello sbarco di 42 migranti (con alcuni cadaveri) sull’isola a sud della Sicilia: l’imbarcazione, partita dalla Tunisia, pare avesse perso la rotta rimanendo per giorni alla deriva. Quindi non è escluso che sia quello l’evento pubblicizzato sulla pagina come garanzia di successo per questa “organizzazione”. Le imbarcazioni vengono descritte “di comfort” e un viaggio per 45 persone con una di queste barche viene promosso a febbraio per 4000 dinari.
Ed è sempre in quella pagina che, il 23 gennaio, viene annunciata la presenza della nave Ocean Viking in mare. “Sicurezza garantita”, scrivono i gestori. E scorrendo tra le loro conversazioni salta all’occhio come la presenza in mare delle navi Ong venga usata come strumento per dare una falsa percezione di sicurezza a chi vuole mettersi in mare. Il 14 gennaio, quando la Ocean Viking non era nemmeno operativa, usando una delle grafiche del nostro quotidiano risalente a novembre, in quella stessa pagina si scrive: “Già pronto per il salvataggio”. E nei commenti, tra chi esulta e chi chiede la posizione della nave, uno scrive: “Quest’anno salirò a bordo della barca su questa foto. Inchallah, così come molti dei miei fratelli”. È innegabile che le Ong, come dimostrano queste conversazioni, siano dei pull-factor, per quanto involontari.