Partiti islamici alla conquista: vogliono islamizzare l’Italia

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Le leadership islamiche esigono dallo Stato italiano un riconoscimento comunitario della specificità musulmana che permetta loro di costruire una sorta di «controsocietà». Uno Stato nello Stato. Tale specificità si fonda su una concezione dell’islam come un soggetto collettivo che tratta comunitariamente le questioni che lo riguardano e che si pone così, di fatto, nei confronti dello Stato come potenza sovrana, da pari a pari.

Il programma del «partito islamico» investe ambiti molto diversi. Nei confronti degli enti locali le richieste riguardano la reperibilità di aree destinate alla costruzione di luoghi di culto, e la necessità di introdurre nelle mense scolastiche l’alimentazione halal, lecita, o comunque di fornire alternative a un pasto che spesso include «alimenti proibiti» come la carne di maiale e i suoi derivati. Alla questione dell’alimentazione è legata anche la richiesta di mattatoi in cui si possa procedere alla macellazione rituale. Altra richiesta, che testimonia il definitivo insediamento dell’islam trapiantato attraverso la stabilizzazione del ciclo vita-morte, riguarda la concessione di spazi cimiteriali islamici separati.

Le comunità islamiche ritengono la stipulazione di un’intesa con lo Stato italiano, sul modello di altre confessioni religiose, un obiettivo minimo; anche se meglio sarebbe una legge-quadro sui diritti civili delle comunità religiose che lasciasse maggiore autonomia interna alla comunità. Uno Stato nello Stato.

L’Ucoii, che è, di fatto, il vero partito islamico ‘italiano’, ha presentato una richiesta d’intesa sin dal momento della sua fondazione, nel 1990. Come è noto uno dei maggiori ostacoli, da parte dello Stato italiano, alla stipula di un’intesa deriva dalla difficoltà di individuare nel panorama plurale dell’islam italiano la reale rappresentatività dell’interlocutore.

Fuori dall’Italia. Il Prune è il primo partito islamico spagnolo, nel paesino Mollet del Vallès (Barcellona) ha eletto due consiglieri musulmani. Non era mai accaduto che un partito islamico eleggesse propri rappresentanti.

Vox, il movimento nazionalista di Santiago Abascal attacca i partiti catalani: «I catalani preferiscono il Corano alla Costituzione spagnola, vogliono la secessione e poi permettono alla loro sinistra di allearsi con gli islamisti che predicano la Spagna unita». E islamica.

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Vox ha chiesto al Tribunale Supremo di dichiararli fuorilegge. La dirigenza di Prune punta a «ottenere sostegno, non solo tra i musulmani residenti, ma anche tra il resto degli immigrati che si sentono discriminati». Il Prune si è alleato a livello locale con la sinistra di Izquierda Unida ed Erc, partiti a favore dell’accoglienza e dei porti aperti. Ismael Cuellar de la Torre, tesoriere di Prune, ha dichiarato che «la sinistra è ricca di principi islamici che guidano la loro politica».

Prune è stato fondato a Granada nel 2009 dal giornalista e professore marocchino, Mustapha Bakkach, scomparso nel 2011. Ahmed Dib El Hioui è l’attuale presidente nazionale.

E’ ancora presto. Prima i musulmani devono diventare spagnoli. Poi potranno veleggiare verso percentuali in grado di condizionare la politica spagnola.

Come in Francia. Dove il voto islamico sta influenzando sempre di più le elezioni. Nel 2022, un eventuale partito islamico potrebbe contare sul 10 per cento dei voti. Un voto destinato a raddoppiare a breve termine, man mano che i figli dei figli dei figli diventano maggiorenni. E questo, senza includere gli africani non islamici.

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Ormai, per eleggere un proprio rappresentante, i francesi devono votarlo in massa, altrimenti, grazie al voto degli ‘altri’, vince il rappresentate della sinistra.

Per dare un senso a questi dati: senza il voto musulmano Francois Hollande sarebbe stato battuto nel 2012 da Nicolas Sarkozy e Le Pen avrebbe vinto il primo turno nel 2017. Una simulazione sul 2022 suggerisce che il voto musulmano peserà per il 10% dei voti . Il che significa che un candidato che non beneficia di questo voto dovrebbe ottenere circa il 60% del voto dei non musulmani per vincere. Un’ipotesi che può già alimentare le strategie del personale politico ben prima della scadenza.

Questo spiega la rivolta dei Gilet Gialli: in Francia è forse tardi per riprendersi il Paese attraverso la democrazia elettorale. Visto che votano anche ‘loro’, a differenza di quanto avveniva nella democrazia originale, quella greca: dove votavano solo i cittadini di sangue.

L’immigrazione uccide la democrazia. Perché gli immigrati votano per i propri interessi in blocco.

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Vogliono infiltrarsi nelle istituzioni.

Secondo una elaborazione della Fondazione Leone Moressa, notoriamente xenofila, con lo ius soli si regalerebbe la cittadinanza italiana ad oltre 800.000 cosiddetti ‘ragazzi’ dell’età, ad esempio, dell’accoltellatore di Marta, circa l’80% dei minori stranieri residenti in Italia. A questi – spiegano – si aggiungerebbero oltre 58.000 potenziali beneficiari ogni anno. Una catastrofe.

E sempre secondo lo studio, tra i nuovi italiani di carta sarebbe record di bambini con genitori romeni, albanesi o marocchini, ovvero le tre comunità più numerose in Italia. E poi cinesi, filippini, indiani, moldavi, ucraini, pachistani e tunisini. La crème che riempie le pagine della cronaca nera.

In totale, il 38,4% dei ‘nuovi italiani’ sarebbe musulmano.

Ma questo sarebbe solo l’inizio. Considerando i nuovi nati e i già ‘italiani’, di questo passo si avrebbero almeno 7 milioni di ‘italiani’ islamici entro 10 anni. Ben oltre il 10% della popolazione. Con un altro 10% comunque non italiano.

Nel giro di pochi decenni, l’Italia sarebbe, con lo Ius Soli, un paese a maggioranza islamica. E questo, senza contare l’effetto ‘attrazione’ che avrebbe una legge simile. A quel punto avrebbero il potere di formare un governo islamico senza bisogno di altri partiti.

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Ma già alla prossima Legislatura ci troveremmo un partito islamico in Parlamento. Lo sbarramento basso al 3%, come già accaduto nei Paesi Bassi, sarebbe facilmente superabile da un movimento islamico che potrebbe contare su una base elettorale che, con l’estensione della cittadinanza raggiungerà nel giro di pochi mesi i 2 milioni di voti. Lo sanno anche loro, come testimoniava l’euforia dell’anno scorso, quando il PD sembrava sul punto di riuscire nell’approvazione dello ius soli (FOTO).

E se è vero che secondo un recente sondaggio gli islamici voterebbero in netta maggioranza Pd e altre frattaglie della ex sinistra, questo è solo in attesa di un loro partito. Il passo successivo sarà diventare decisivi per la formazione di governi, e appoggiare, magari da esterni, quelli del Pd, imponendo sempre più immigrazione islamica, moschee e Sharia. A quel punto, ai patrioti, come insegnano tutte le rivoluzioni, non resterebbe che la rivolta armata per la liberazione.

Il dovere di ogni patriota è impedire l’approvazione dello ius soli con ogni mezzo, perché più di ogni altra cosa mette a rischio l’esistenza stessa del nostro popolo.

Ma sia chiaro: la legge attuale rimanda soltanto questo scenario. Oggi abbiamo uno ius soli ‘ritardato’: ai 18 anni, tutti i nati in Italia diventano italiani. Chi vive qui da 10 anni, anche. E’ folle. Si deve tornare allo ius sanguinis: prima che sia troppo tardi.

La presenza islamica in Europa è cresciuta a dismisura, gli immigrati che arrivano sono per il 53% musulmani e per il 47% non musulmani. I richiedenti asilo sono invece per il 78% musulmani e per il 22% non musulmani. Il dato italiano è significativo: nel 2010 la popolazione islamica nel nostro Paese era superiore ai due milioni, nel 2016 è salita a quasi tre milioni e negli ultimi tre anni gli ingressi stanno ancora di più ingrossare la cifra. Un +38% che la dice lunga su quanto sta accadendo. Ci stanno islamizzando!

Se non blocchiamo i ricongiungimenti familiari sarà il disastro anche in Italia. Ve lo immaginate un partito islamico ‘italiano’ che prende il 5% e può scegliere quale governo appoggiare in cambio di ius soli, moschee e “un po’ di Sharia”? Ci siamo molto vicini, non serve che abbiano percentuali più alte. Che avranno una volta al governo e avranno lo ius soli.

Vanno fermati ora. Il governo attuale può e deve farlo con l’abrogazione dei ricongiungimenti familiari e il ritorno allo ius sanguinis integrale.

Tutto questo va legato al Qatargate:

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Una sorta di filo rosso ha sempre legato un’ala del Pd ai Fratelli Musulmani, i quali hanno trovato la loro fonte economica principale nel Qatar. Come è stato svelato in “Qatar papers”, l’Ucoii (Unione delle comunità islamiche in Italia), è la referente italiana di quella organizzazione islamica. Dalla Qatar Charity, ha ricevuto 30 milioni per la creazione di moschee e centri di preghiera. Nonostante sia stata da sempre avversata dall’islam moderato italiano, l’Ucoii è diventata la voce più autorevole dei governi e delle amministrazioni di alcuni esponenti del Partito Democratico. A conferma di tale stretto legame, è stata la firma dell’allora ministro della giustizia Andrea Orlando alla convezione che affidava proprio all’Ucoii la prevenzione della penetrazione nelle carceri dell’islam radicale. È stato pure il “Patto nazionale sull’islam” del 2017 che ha scelto tale organizzazione come interlocutore ufficiale dei governi italiani.

Ora la bomba è deflagrata, cadendo così gli anatemi di islamofobia emessi contro chi aveva già denunciato la minaccia targata Qatar. È giunto il momento che il governo del presidente Giorgia Meloni istituisca una commissione per verificare le ingerenze dei Fratelli Musulmani in Italia. Ogni bando comunale e ogni convenzione dei precedenti governi devono essere passati sotto una lente d’ingrandimento per appurare i possibili rischi derivanti dall’estremismo islamista. Il governo non può sottrarsi a questa responsabilità. Lo deve anche a chi da anni combatte, a rischio della propria incolumità, le ingerenze dell’islam politico sulla nostra Nazione. Lo deve a tutti noi che non abbiamo mai fatto un passo indietro.




Un pensiero su “Partiti islamici alla conquista: vogliono islamizzare l’Italia”

  1. Un elemento che metterebbe alla prova chi dice di essere insofferente all’autorità e qui ce ne è troppa.

    Qualcosa che potrebbe unire patrioti e veri compagni rossi affinché un giorno la vittoria da spiriti liberi ci porti a festeggiare assieme con birra e salsicce.
    Perché in fondo siamo un paese di spiriti liberi.

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