Celebrazioni marocchini dimostrano che sono invasori: hanno cittadinanza ma rimangono marocchini

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Sia chiaro: loro hanno ragione a sentirsi tali. Gli imbecilli sono coloro che vogliono dare loro la nostra cittadinanza perché scambiano gli uomini per oggetti intercambiabili.

I saccheggi, le devastazioni e le violenze sono soltanto l’aspetto più greve di un problema più profondo. Basterebbero i festeggiamenti a dimostra che parole come ‘integrazione’ e ‘cittadinanza agli immigrati’ sono vuote di ogni significato: sono nati e hanno vissuto qui, ma sono e si sentono marocchini. Ecco perché è folle farne arrivare altri e dare loro la nostra cittadinanza. Sono stranieri e sempre saranno tali: lo saranno anche i loro nipoti e i nipoti dei loro nipoti.

Questi sono tutti fratelli di milioni di marocchini e altri afroislamici nati in Europa che hanno le nostre cittadinanze solo per interesse ma non sono come noi. Per questo è urgente abrogare i ricongiungimenti familiari, abolire i sussidi alla natalità degli invasori e tornare allo ius sanguinis integrale.

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Di sicuro, Lerner, non sei italiano. E mai lo sarai. Potrai anche vivere qui secoli. Rimarrai altro.




2 pensieri su “Celebrazioni marocchini dimostrano che sono invasori: hanno cittadinanza ma rimangono marocchini”

  1. Non ci vorrebbe niente per capirlo, se solo venisse usato il cervello. Le migrazioni odierne avvengono per mera convenienza. Nessuno di quelli che arrivano in Europa ama la cultura del Paese in cui si viene a trovare. Vogliono solo essere mantenuti e avere la possibilità di fare il calciatore o il ‘cantante’. Se l’Europa chiudesse i rubinetti degli aiuti gli arrivi calerebbero drasticamente. Hanno fiutato il punto debole e lo sfruttano. Non ci amano, non vogliono diventare noi. Tutto il contrario, ma non si può dire perché è… rullo di tamburi… fascionazirazzista.

  2. Gli storici, fino alla metà del novecento, trattavano le questioni nei termini più oggettivi possibili.
    Oggi li trattano in maniera ‘soggettiva’. E così i bizantini non sono bizantini, termine coniato per descrivere gli abitanti, diversi tra loro peraltro, di una distinta entità politica e culturale, ma sono ‘romani’, perché, secondo gli storici attuali, così si consideravano.
    Non gli passa nemmeno per la cervice che, in effetti, anche mentre era in piedi l’impero romano, la grandissima maggioranza degli abitanti, tutti dotati di cittadinanza, non fossero affatto Romani, non parlavano latino, e non erano nati, né allevati in quell’humus culturale che dava un senso all’essere Romani.
    E’ esattamente la stessa cosa trasposta in questioni moderne. Dicono che loro ‘si sentono’, magari neanche glielo chiedono, italiani, belgi, francesi ecc., e quindi, chi siamo noi per definirli ancora senegalesi, marocchini, somali, ecc.? Razzismo. Da punire sia dal punto di vista sociale, che penale, visto che ormai hanno infettato le istituzioni pubbliche.
    Solo cancellando i progressisti dai posti di potere, confiscandone i beni, gli si toglierà voce. Non serve alcuna violenza come in taluni stati tirannici. Semmai saranno loro ad esercitare violenza per impedire di perdere potere ed influenze.

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