Il piano UE per ripopolare Alpi e Appenini con gli africani

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Ora hanno ripiegato sugli ucraini, ma il piano originale prevede il ripopolamento dell’Italia con gli africani.

‘Progetto Matilde’: è interessante notare come la Ue dia a questi piani criminali sempre nomi da donna. Sophia, Irini, Matilde…

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Ogni anno la Ue ruba ad ogni italiano centinaia di euro in tasse, e poi li redistribuisce ad altri Paesi e varie associazioni Lgbt e pro-immigrazione. Come nel caso del famigerato ‘Progetto Matilde’ che studia il ripopolamento delle aree montane italiane ed europee con immigrati. Un vero e proprio piano genocida.

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Secondo questo progetto dovrebbe essere messo in atto una vera e propria deportazione di africani verso le zone rurali dell’Europa. Parte di questo progetto anche le Alpi italiane e l’Appennino.

Un buon modello a cui ispirarsi è quello spagnolo. Secondo Membretti, l’Aragona sta puntando molto sulle strategie di ripopolamento. “I Pirenei si sono spopolati come e peggio delle Alpi occidentali nel corso del secondo dopoguerra – racconta -, ma oggi stanno mettendo in atto finanziamenti, sovvenzioni e progetti di accompagnamento”. Anche a Torino c’è un progetto di accompagnamento alla montagna rivolto a tutti, realizzato in collaborazione con l’università della città, ma “il problema sono sempre i numeri – chiosa Membretti -. A Torino, ogni anno si riesce ad accompagnare qualche decina di persone, ma dopo un po’ la metà di loro torna indietro. Il problema è creare massa sostenibile. In questo caso ci vogliono politiche nazionali”.

Pagate le tasse per finanziare personaggi che si definiscono ‘studiosi’ come Andrea Mambretti, che studiano come sostituirvi con gli immigrati. Sono piani criminali tout court. Neanche si nascondono. Stalin faceva lo stesso, anche lui ‘accompagnava’ popolazioni da una parte all’altra per destrutturare l’identità etnica delle Repubblica allora sovietiche.

E’ dove finiranno anche i soldi del sedicente ‘Recovery Plan’. Perché non andranno ai cittadini, ma agli amici dei politici di sinistra.




4 pensieri su “Il piano UE per ripopolare Alpi e Appenini con gli africani”

  1. Gerolamo, in un’epistola scritta nel 409, racconta:
    ”Nazioni innumerevoli e ferocissime hanno occupato tutte le Gallie. Tutto il territorio che sta tra le Alpi e i Pirenei, che è racchiuso tra l’Oceano e il Reno, il Quado, il Vandalo, il Sarmata, gli Alani, i Gepidi, gli Eruli, i Sassoni, i Burgundi, gli Alamanni e -oh, impero su cui non resta che piangere! – i nemici pannonici lo hanno devastato. Assur è venuto con loro. Mogontiaco, città un tempo nobile, fu presa e distrutta e nella chiesa furono trucidate molte migliaia di uomini. I Vangioni furono sterminati dopo un lungo assedio, la potente città dei Remi, gli abitanti di Ambiano, e quelli di Atrebato e i più lontani Morini, gli abitanti di Turnaco, Nemeto e Argentorato furono tradotti in Germania; le province di Aquitania e Novempopulana, la Lugdunense e la Narbonense salvo poche città, tutto fu saccheggiato.
    Da fuori devasta la spada, da dentro la fame. Non posso menzionare astenendomi dalle lacrime Tolosa, quella città che finora non è crollata grazie all’opera del santo vescovo Esuperio.”

    Epistola 123, 16

    Il Cronista del 452, descrive così la condizione della Gallia:
    ”Lo Stato Romano è stato ridotto in una condizione miserevole da questi disordini, giacché non c’è provincia in cui non si siano stanziati i barbari.”
    Cronaca del 452, sezione 138, pagina 662.

    Intorno al 440, Salviano, un prete di Marsiglia, scrisse:
    ”Perché il Signore ha consentito che diventassimo la più debole e sventurata di tutte le tribù? Perché ha permesso che fossimo sconfitti dai barbari e soggiogati dai nostri nemici?”
    ”Dov’è ora lo splendore, la dignità degli antichi Romani? Essi erano potentissimi, noi siamo senza forze. Erano temuti; ora siamo noi che temiamo. I barbari pagavano loro tributi; ora siamo noi i tributarii dei barbari. I nostri nemici ci fanno pagare perfino la luce del giorno, e dobbiamo comprare il diritto alla vita. Oh, le nostre sofferenze! Come siamo caduti in basso! Dobbiamo addirittura ringraziare i barbari per il diritto di riscattarci! Cosa c’è di più miserevole e umiliante!?”

    Il governo di Dio, IV, 12, 54, VI, 18, 98-9

    Lo storico Gildas il Saggio racconta le stragi dei Sassoni, le calamità che nel VI secolo afflissero la Britannia: ”un certo numero di sventurati sopravvissuti venne catturato sui monti e massacrato. Altri, estenuati dalla fame, si arresero al nemico; erano destinati alla schiavitù perpetua […] Altri fecero vela oltremare; sotto le vele rigonfie si lamentavano a gran voce, cantando un salmo […] : «Tu ci hai abbandonato come pecore al macello, e ci hai dispersi tra i pagani.»”
    La rovina della Britannia, 25, 1

    Il cronista Idazio descrive la spartizione dell’Iberia tra Vandali, Alani e Svevi, avvenuta nel 411, dopo due anni di feroce guerra: ”Dopo che le province della Spagna erano state devastate dai colpi che ho descritto, i barbari si decisero a far la pace, e divisero le province per spartirsele a sorte […] Quegli Ispanici […] sopravvissuti alle calamità si assoggettarono come schiavi ai barbari che dominavano le province.”
    Cronaca, sezione 41 [49]

    In un poemetto, contemporaneo agli eventi, il vescovo
    Orienzio descrive l’invasione della Gallia degli anni 407-9:
    ”Alcuni giacquero in pasto ai cani; a molti la casa in fiamme
    tolse la vita e fornì il rogo.
    In tutti i villaggi e le ville, in campagna e al mercato,
    in tutte le regioni e le strade, nei luoghi più diversi,
    c’erano Morte, Dolore, Distruzione, Fiamme e Lutti.
    La Gallia intera giaceva su un unico rogo fumante.”

    Commonitorium, in Poetae Christiani Minores, ed. R. Ellis (Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum, XVI, Wien 1888), versi 179-84 (”uno fumavit Gallia tota rogo”)

    Questo è il paradiso multiculturale che ci stanno apparecchiando.

    1. Ammirevole sforzo di documentazione. È già caduto a terra, e un “rifugiato” di provenienza non determinata ci sta cagando sopra in segno di spregio. Non ci sarà giustizia.

  2. Se in città c’è qualche problema a buttare la spazzatura, in campagna e in montagna la si elimina facilmente.

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