
Ce lo spiegò molto bene, durante un dibattito televisivo sullo ius soli con un esponente della Lega, un immigrato del gruppo dell’estremista islamico (secondo i nostri servizi) a capo della Grande Moschea di Roma ed ex deputato del PD, il marocchino Chaouki.
“Al di là dell’ostruzionismo, volenti o nolenti, ci sarà per forza un ‘passaggio culturale’. Nel momento in cui sarà riconosciuta la cittadinanza, a quel punto si creerà un nuovo peso politico.”
Un vero e proprio programma di sovversione demografica. Una guerra etnica attraverso l’arma dell’immigrazione.
Ora, un Paese sano reagirebbe bloccando i ricongiungimenti familiari e tornando allo ius sanguinis: perché la nostra attuale legge sulla cittadinanza, è uno ius soli a scoppio ritardato.
Abbiamo poco tempo, prima che quello che ha detto questo personaggio si realizzi.

Col cazzo!!!!
Di ritardato qua c’è solo il popolo italiano!
Cosa credete? Anche se questi non parlano bene la lingua comprendono perfettamente la nostra debolezza generalizzata, non solo come sudditi di un governo padrone ma anche come concittadini, quali ormai siamo, nei loro confronti. Ci metteranno i piedi sulla testa e faranno bene perché è così che si comporta il conquistatore. Avete visto quella puttana di giornalista marocca come alza la cresta in trasmissione? Secondo voi perché la invitano e magari le pagano pure col gettone della presenza? Affinché vi abituiate ad essere straccionati dall’invasore e nessuno le restituisce le offese di rimando perché sono stati scelti appositamente quelli più miti.
Da fastidio quello che dico? La verità offende.