Massacrata da baby gang di immigrati a Milano: “Volevano sesso” – FOTO

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Milano si conferma la fogna multietnica d’Italia. Le baby gang di immigrati di seconda generazione, anche con cittadinanza italiana. si divertono a stuprare e massacrare di botte le donne italiane. Questo può accadere solo nella Repubblica di Mattarella.

Un occhio gonfio. Lo choc. Ma anche il coraggio di reagire e denunciare tutto, prima ai carabinieri e poi sui social. “Questa banda è pericolosa: va fermata. Nel branco ci sono maschi e femmine più un bambino utilizzato come esca per provocare la vittima, finché questa non reagisce. E allora scatta l’aggressione”. Che può sfociare in rapina. Federica, nome di fantasia perché lei chiede l’anonimato (“ho paura”), 23 anni, racconta di essere stata bersaglio di una baby gang in viale Molise. “Sono ancora scioccata. Da allora evito di stare da sola alle fermate dei bus. Andavo già dallo psicologo per problemi di ansia, ai quali si è aggiunto lo stress post traumatico”. Dopo di lei, altre vittime hanno segnalato di aver incontrato lo stesso gruppo in quartieri vicini, da Porta Vittoria a Porta Romana, dalla zona di corso XXII Marzo a viale Umbria.

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“Ero seduta alla fermata della 90, all’altezza del civico 54, lo scorso 21 dicembre – comincia – quando una giovane mi si è messa di fianco. Erano le 21 e io stavo tornando a casa. All’improvviso mi ha tirato una gomitata”. Federica si è alzata di scatto. Incredula. E si è accorta di essere accerchiata da un gruppo di giovanissimi, “tra cui un bambino che avrà avuto non più di 12 anni e che mi provocava dicendomi ‘dai, succhiami il c…’. Un modo per invogliarmi a reagire e dare agli altri un pretesto per colpirmi. E infatti, appena gli ho chiesto per quale motivo si rivolgesse a me a quel modo, la ragazza mi ha sferrato un pugno all’occhio sinistro. Talmente forte da gonfiarmi il viso”.

La ventitreenne ha capito di doversi allontanare il prima possibile. “Ma ero circondata. In tutto erano in cinque: due ragazze, il bambino e altri due maschi un po’ più grandi. Tutti molto giovani, forse solo uno poteva essere maggiorenne. Mi sembravano dell’Est Europa“.

La ragazza che l’aveva colpita, le si è avvicinata con fare aggressivo. Federica è riuscita anche a riprenderla con il cellulare: “Te ne devi andare, putt… di m…, perché ti massacro di botte. E se viene la polizia ti picchio anche davanti a loro. Io ti cerco e ti taglio la gola”.

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Giubbino nero, pantaloni sportivi bianchi. Lunghi capelli corvini. “Si è accorta che la stavo filmando e ha intimato agli altri di distruggermi il telefono. Io ho avuto la prontezza di digitare il 112 e di far partire la chiamata. Quando ho mostrato loro lo schermo hanno indietreggiato, poi sono scappati per il passaggio provvidenziale di una pattuglia. Dopo, sono arrivati i carabinieri”.

Federica ha sporto denuncia alla stazione di Porta Monforte. “Sul momento ho rifiutato le cure mediche ma il giorno dopo sono andata al Fatebenefratelli per l’occhio gonfio. Mi hanno visitata e rimandata a casa senza giorni di prognosi”.

Il caso è poi stato pubblicato sul profilo Instagram di Milanobelladadio e trattato su Storie Italiane (Rai 1). Su Milanobelladadio, nel frattempo, sono piovute altre testimonianze. “Questo stesso gruppo di persone – ha scritto un ragazzo – ha aggredito me e i miei amici in Porta Romana. Hanno mandato prima il bambino, che mi ha chiesto dei soldi. Per farlo mi ha tirato un paio di pugni sul gomito al fine di farmi innervosire così che lo toccassi e gli altri potessero saltarci addosso”. Un altro: “Mi hanno tirato pugni e schiaffi e mi hanno preso il telefono e i soldi”.

Ancora: «Questa baby gang ha aggredito un mio amico, il suo braccio è pieno di tagli”.E poi: “Li conosco, sono pericolosi. Stanno al passante di Porta Vittoria”. In zona 22 marzo “hanno tirato fuori i coltelli. Uno mi teneva fermo e un altro mi sferrava pugni”.




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