Madre snaturata: invece di soccorrere la figlia morente consolava lo spacciatore marocchino

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La madre snaturata confessa: “Il mio marocchino l’ha buttata di sotto”

Tre giorni dopo il decesso della piccola, precipitata dal ballatoio del quinto piano di uno stabile di via Milano 18, la madre Lucia Chinelli accusa il fidanzato Mohssine Azhar: «L’ha gettata apposta perché avevamo litigato e lui era arrabbiato». Ora gli inquirenti stanno cercando di capire se le parole della mamma sono lo sfogo di una donna travolta dal dolore o se ci sono riscontri oggettivi e lei finora abbia taciuto per paura.

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Una narrazione che stride con il comportamento che la donna mostrava quando ancora i soccorritori cercavano di salvare la vita alla bambina. I testimoni, infatti, raccontano di averla vista consolare Mohssine che in preda al panico si era lasciato sfuggire: «È colpa mia, mi è scivolata dalle mani». Risposte si attendono dall’autopsia che verrà eseguita oggi. Il medico legale dovrà ricostruire la traiettoria di caduta della bimba, la direzione e la forza con cui Mohissine l’ha lanciata mentre giocavano. In base alle ferite dovrà dire se ha incontrato ostacoli nella caduta: durante il sopralluogo, infatti, è emerso che sotto il ballatoio di Azhar c’è una tettoia che sporge di circa 40 centimetri. Chiarimenti verranno chiesti anche agli amici di Azhar che erano con lui la sera della tragedia. Uno di loro ha già raccontato che stava dormendo, quando il connazionale lo ha svegliato gridando: «Svegliati, quel c… ha buttato giù la bambina». Verifiche tecniche e testimoniali per mettere pace tra le troppe versioni fornite dalla madre e dall’indagato.

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Sentita dagli uomini della squadra mobile giovedì notte, quando ancora Fatima lottava tra la vita e la morte, Lucia racconta di aver aperto la porta di casa per fare uscire del fumo e che la figlia in pigiama avrebbe raggiunto il patrigno che abita al piano di sopra, al quinto: «A lei piaceva stare con Mohssine. Giocavano a cavalluccio, si rincorrevano, si facevano il solletico. Adorava il “vola vola”: lui l’afferrava dal busto, sotto le braccia, e la spingeva verso l’alto». Aggiunge di non aver visto il momento in cui la figlia è caduta, ma di aver sentito le urla e di averla vista sul selciato. Venerdì Fatima muore e l’uomo, interrogato in Procura, spiega che la figlia era sul balcone, di essersi distratto e di non aver visto come fosse precipitata. Ma ammette: «È stata colpa mia». Il pm lo accusa di omicidio volontario con dolo eventuale. Sabato, durante l’udienza di convalida, Mohssine confessa: «Stavamo giocando al “vola vola”. Le dicevo “saluta la mamma”. Mi è scivolata dalle mani». Stando alle sue parole, Lucia in quel momento era sul balcone: poco prima aveva visto la piccola salire da lui e gli avrebbe detto: «Giocaci un po’ e poi riportala giù». Infine, ammette di aver fumato hashish e bevuto un paio di bicchieri di vodka.

Il gip conferma la custodia in carcere, ma derubrica l’accusa da omicidio con dolo eventuale a colposo: «Non vi erano contrasti tra lui e la madre, che avrebbero potuto innescare forme di patologica ritorsione». Il marocchino si è comportato da incosciente, commettendo «una negligenza inaccettabile e inqualificabile». Nel frattempo, gli inquirenti sentono per la seconda volta Lucia per chiarire alcune incongruenze tra la sua deposizione e la confessione di Mohssine. Ed è a quel punto che la donna cambia versione: «Avevamo litigato, l’ha gettata di sotto perché era arrabbiato».

E’ la conferma che solo gli scarti della nostra gente si mettono con questi spacciatori. Scarti estetici e morali. Questa consolava l’assassino. Lui deve pagare il prezzo più alto per quello che ha fatto. Ma lei è indescrivibile.

E anche fisicamente non sarebbe strano venisse fuori che era stata adottata o già lei frutto di una coppia mista.




2 pensieri su “Madre snaturata: invece di soccorrere la figlia morente consolava lo spacciatore marocchino”

  1. Un bel “vola vola” x entrambi ma solo dopo un lunghissimo periodo di trattamento “l’allegro chirurgo”.
    Subumani afromerde del cazzo.

I commenti sono chiusi.