Draghi, l’uomo che ha svenduto i tesori d’Italia vuole sciogliere per decreto un partito

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Se Draghi, premier nominato di forza da Mattarella con la scusa della ‘pandemia’, per la quale “non si poteva votare” ma si poteva sbarcare, dovesse sciogliere per decreto Forza Nuova, sarebbe l’inizio del regime.

Si tratterebbe di una decisione senza precedenti per la storia d’Italia. Perché il premier Mario Draghi sta valutando si sciogliere per decreto Forza Nuova.

A Palazzo Chigi la discussione su Fn è iniziata domenica, scrive il Corriere che spiega come Draghi sia irritato “perché le forze dell’ordine hanno faticato a contenere i violenti e vuole scongiurare che le proteste di piazza possano degenerare ancora”. E così si valuta lo scioglimento del movimento in virtù della legge Scelba del 20 giugno 1952, che consente al governo “in casi straordinari di necessità e di urgenza” di agire per decreto-legge se un movimento usa la violenza “quale metodo di lotta politico” o “denigra la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza”.

Tutti i costituzionalisti hanno definito l’eventualità costituzionalmente improponibile. Anche secondo una costituzione che permette di sciogliere – ma solo in casi di urgenza – movimenti che ‘denigrano’ la ‘Resistenza’. Quella delle Marocchinate, quella che ci ha venduto agli americani, che ancora oggi hanno migliaia di soldati e basi sul nostro territorio ‘liberato’,

Un provvedimento di questo tipo non avrebbe precedenti. Negli anni di piombo diversi movimenti sono stati vietati, ma mai con il solo atto del governo. Ordine Nuovo fu sciolto nel 1973 dal ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani, ma a seguito di una sentenza. “Se però le indagini della magistratura dovessero dire che i movimenti neo-fascisti hanno attentato alle istituzioni e possono farlo ancora, il decreto di urgenza e necessità diventerebbe la via maestra”, assicura il Corriere, uno dei giornali di gossip di Cairo.

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Restano i dubbi sul fronte politico ma anche dell’opportunità. Un decreto che arrivasse con Fiore e Castellini, leader di FN arrestati dopo l’assalto alla sede della Cgil, ancora in carcere, possa infiammare le proteste per l’obbligo di certificato verde. Il timore, in verità, riguarda soprattutto il Viminale, finito nel mirino per la gestione dell’ordine pubblico negli scontri di Roma.

Abbiamo dei dissidenti – letteralmente che dissentono da quello che dice il regime di riferimento – in carcere, e un premier non eletto, burocrate di Goldman Sachs, noto per avere svenduto i tesori pubblici dell’Italia, che si arroga il potere di scioglierne il movimento.

Abbiamo un partito, il Pd, che da anni governa senza essere mai stato eletto, che chiede lo scioglimento del primo partito d’Italia, che è anche l’unico partito all’opposizione in Parlamento. In pratica, abbiamo un regime che non vuole opposizione.

E badate bene, in questo momento non stiamo parlando di Forza Nuova, ma di tutti i movimenti che oggi o domani potrebbero essere percepiti dal regime come un pericolo per la propria stabilità.

Un regime che sta lavorando attivamente alla destrutturazione etnica della Patria.




4 pensieri su “Draghi, l’uomo che ha svenduto i tesori d’Italia vuole sciogliere per decreto un partito”

  1. Non é irritazione ma paura, sciogliere forza nuova non cambierebbe nulla anzi, gli tornerebbe come un boomerang.
    Si sono sentiti furbi, hanno fallito e ora reagiscono da checche isteriche.
    Loro hanno dichiarato guerra agli italiani sicuri di vincere, adesso la sicumera vacilla.

I commenti sono chiusi.