Cassazione: sì al crocifisso in classe, ma insieme a Maometto

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L’Italia è uno Stato laico, ma di cultura cristiana. Questa equiparazione di ‘tutte le religioni’ è offensiva verso la nostra storia: non siamo una nazione posticcia come gli Stati Uniti, Nè un esperimento giacobino come la Francia. Siamo gli eredi di Roma. L’unico simbolo che può essere affiancato al crocifisso è un bel littorio romano.

Secondo la Cassazione il crocifisso nella aule scolastiche, simbolo della religione cristiana e della nostra identità, può essere affisso perché non discrimina nessuno. Nemmeno gli invasori islamici.

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Ma attenzione, perché anche loro “potrebbero chiedere l’affissione di simboli diversi dal crocifisso” a patto che la decisione sia frutto di un accordo condiviso. In sostanza, decretato il no al veto arbitrario e discriminatorio, i togati lasciano la decisione finale alla comunità scolastica. E così ci troveremo Maometto appeso accanto al crocifisso.

La Cassazione si è espressa nell’ambito del ricorso presentato da un docente, destinatario di un provvedimento disciplinare scattato quando, rivendicando libertà di insegnamento e di coscienza in materia religiosa, il prof si era opposto alla circolare di un dirigente scolastico di Terni che ordinava di esporre il crocifisso in aula.

Ebbene, proprio a partire dal contenzioso appena citato, i giudici di Cassazione hanno stabilito che il crocifisso a scuola risponde a criteri della «tradizione culturale di un popolo». Pertanto, l’affissione non può essere vietata, ma può essere accompagnata a «simboli di altre confessioni». Fermo restando che, all’interno della comunità scolastica, va trovato un accordo. O meglio: una «soluzione condivisa».

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Insomma, l’Italia non è cristiana, ma è una sorta di bordello multireligioso in balìa dei conquistatori.

«L’affissione del crocifisso, al quale si legano, in un Paese come l’Italia, l’esperienza vissuta di una comunità e la tradizione culturale di un popolo, non costituisce un atto di discriminazione del docente dissenziente per causa di religione».

L’aula può accogliere la presenza del crocifisso quando la comunità scolastica interessata valuti e decida in autonomia di esporlo. Eventualmente accompagnandolo con i simboli di altre confessioni presenti nella classe. E in ogni caso ricercando un ragionevole accomodamento tra eventuali posizioni difformi. Il docente dissenziente non ha un potere di veto o di interdizione assoluta rispetto all’affissione del crocifisso, ma deve essere ricercata, da parte della scuola, una soluzione che tenga conto del suo punto di vista e che rispetti la sua libertà negativa di religione.

Nel caso concreto le Sezioni Unite hanno rilevato che la circolare del dirigente scolastico, consistente nel puro e semplice ordine di affissione del simbolo religioso, non è conforme al modello, e al metodo, di una comunità scolastica dialogante. E che ricerca una soluzione condivisa nel rispetto delle diverse sensibilità. Ciò comporta la decadenza della sanzione disciplinare inflitta al professore.

Il prossimo Parlamento deve essere costituente e riscrivere la costituzione in senso nazionalista e patriottico. Ma non basterà: perché la presenza di donne in burqa e di chi vuole Maometto in classe è solo l’espressione di un problema, non il problema. Il problema è la presenza islamica in Italia. Che deve essere ridotta a poche migliaia di individui. Ospiti. Non colonizzatori.




13 pensieri su “Cassazione: sì al crocifisso in classe, ma insieme a Maometto”

  1. Si, anche perchè fino a 30 anni fa non avevo mai sentito gli svedesi stuprare le svedesi che come tutte le scandinave erano ragazze aperte e solari.
    Saranno sicuramente meno scafati di noi, e forse un po’ più ritardati su certe cose, ma secondo me l’ antifona hanno cominciato a capirla.
    Era meglio se si svegliavano prima però.

  2. Leggendo tutti i questi commenti all’articolo, quasi mi commuovente, nel senso che qui, vedo l’attaccamento anche non prettamente religioso, in termini di fede, ai nostri valori. Non mi importa se uno crede o meno in Gesù, io faccio la mia testimonianza personale, ma noto con piacere che c’è un rifiuto netto a chi vuole imporre, anche in termini di equità, altri simboli religiosi, che creerebbero confusione e basta nei nostri figli. Si contrappone l’amore universale, che è espressione del cristianesimo all’odio puro per chi non chi crede. Secondo voi ammesso che facessero assieme l’ora di religione, cosa salterebbe fuori? Il caos totale, già all’interno del cristianesimo, bergoglio ha creato un nuovo filone, il barconesimo, figuriamoci se si andasse oltre. Nessuno è obbligato a credere in Gesù, ma noi non abbiamo nessun obbligo a privarci dei nostri simboli, valori, cultura e tradizione. A qualcuno non va bene? Si scelga un altro paese del mondo. Questo discorso lo ha fatto anche il presidente dell’Australia, in maniera più dettagliata, spiegando che gli australiani sono così.
    A proposito domani ricorre il ventennale dell’attacco alle torri gemelle di New York, chissà cosa diranno i musulmani moderati, ammesso che esistano. Io, se non ricordo male, nessuno dei moderati si dissocio’ per questo atto vile e criminale. Attendiamo la loro risposta.
    Buona giornata e che il Signore ci benedica tutti quanti.

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