Lo becca a rubare nella sua auto: lo fa spogliare e lo costringe a camminare nudo per la città prendendolo a schiaffi

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Chi ha girato il video, ormai diffuso ovunque, afferma di avere beccato due zingari a rubargli dentro l’auto.

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“Guardate il pagliaccio che mi ha rubato dentro la macchina. Si fa una passeggiata per Anzio nudo, questa si chiama disciplina”. Inizia così un video educational che, nelle ultime ore, sta girando per le chat dei residenti del comune sul litorale a sud della provincia di Roma. Le immagini, secondo quanto si apprende, sarebbero state girate nella notte tra venerdì e sabato scorso.

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“Guarda alla telecamera, sorridi. Ho detto che devi sorridere, sorridi”, dice con accento romanesco il “regista” del video ripreso, diffuso come storia su Instagram e poi diventato virale. Una gogna sui social condita anche da un sonoro schiaffone al delinquente. E mentre le immagini riprendono la “passeggiata” dell’immigrato nudo accompagnato dall’uomo che lo ha beccato a rubare nella sua auto, il “regista” inquadra anche una donna: “Questa è la sua pischella, sorridi anche tu”, dice sottolineandone anche l’appartenenza, quella ad un clan sinti noto nella zona di Anzio, Nettuno e nel basso Lazio che lì, tra le palazzine di Corso Italia, vive.

Il video, lungo poco più di un minuto, continua: “Anzi se mi rode il c…, tanto sono uscito da quattro settimane dal gabbio, ci facciamo una bella passeggiata fino a Nettuno, che ne pensi?”. Il ragazzo, a testa bassa, risponde con un “sorriso” forzato, rispondendo: “Facciamo come vuoi”.

Nel video i due attraversano parte del porto di Anzio, senza persone in giro, il che farebbe pensare – visto il luogo solitamente affollato – che sia stato girato dopo il coprifuoco. Dettagli.




8 pensieri su “Lo becca a rubare nella sua auto: lo fa spogliare e lo costringe a camminare nudo per la città prendendolo a schiaffi”

  1. Salvate il video per ogni circostanza. Sono filmati d’archivio.
    Abominevole la tirata del tizio dell’associazione cosodeicosi, che sicuramente vota per chi sappiamo, più che voler ribadire una giustizia garantista.

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