La giustizia americana in ginocchio davanti a Floyd e ai terroristi BLM
La giuria del processo per l’omicidio del criminale comune George Floyd ha riconosciuto colpevole Derek Chauvin, l’agente di polizia che il 25 maggio, mentre lo stava arrestanto, aveva provocato la morte del 46enne afroamericano tenendo premuto il ginocchio sul collo dell’arrestato che faceva resistenza. L’ex agente è stato ritenuto colpevole dalla giuria per tutti e tre i capi di accusa.
La giuria ha deciso rapidamente, dopo dieci ore di discussione e senza chiedere chiarimenti alla Corte di Minneapolis. Toccherà ora al giudice Peter Cahill fissare l’entità delle pene, entro sei-otto settimane. L’ex ufficiale di polizia di Minneapolis è stato condannato per tutte le accuse da una giuria del tribunale della contea di Hennepin. I 12 giurati lo hanno giudicato colpevole di omicidio colposo, omicidio di secondo grado preterintenzionale e omicidio di terzo grado.
Non era accusato di omicidio di primo grado. Farà sicuramente appello. Ma è una chiara condanna politica, altro che Russia e Navalny, ormai in America un bianco accusato di avere ucciso un nero, noto pregiudicato, non può avere un giusto processo. Altrimenti la racaille poi saccheggia le città.
Una chiara sentenza politica, come quella che 20 anni fa assolse Simpson.
Gli africani si stanno sempre più ritagliando, o chi per loro, il ruolo di privilegiati, anche formalmente di fronte alla legge grazie alla discriminazione ‘positiva’.
Gliela stanno ritagliando i giudei che li hanno fatti abboccare come sempre.
Esattamente. I ne(g)ri da soli non sono capaci di fare un ca**o, e quindi hanno bisogno della diabolicheria giudaica per poter emanciparsi ed emergere. Furono e sono a tutt’oggi i loro schiavi, c’é poco da fare, e gli stessi, avendo un QI sottosviluppato, non ci arrivano neppure alla conclusione che nella rivalsa verso il “cattivo” uomo bianco e cristiano sono manovrati come burattini. Che non lo fanno perché “hanno a cuore la loro dignità” (che non hanno mai avuto), ma perché seguono il Talmud, uno dei tre libri sacri dell’Ebraismo che gli impone di odiare e sterminare i Gentili.