Bologna, centinaia giovani protestano: vogliono il ritorno della movida

Vox
Condividi!

Non si rivoltano perché il sistema sta rubando loro il futuro, tra precariato e leggi liberticide, ma in nome della movida. Che società di merda.

Grande assembramento, con diverse centinaia di persone, in serata in Piazza Verdi, cuore della ‘cittadella’ universitaria di Bologna. Già nel tardo pomeriggio gruppi di ragazzi hanno iniziato a sciamare verso la piazza transennata: a sera, erano centinaia i giovani accorsi nella zona tra musica, una bottiglia o un bicchiere di birra in mano.

A causa dell’affollamento – segnalato anche da diversi residenti – intorno alle 21.15 sono intervenuti gli agenti della Polizia e della Polizia Locale per disperdere le tante persone giunte nell’epicentro della zona universitaria.

All’arrivo delle forze dell’ordine, con diverse auto, i giovani hanno via via abbandonato la piazza dileguandosi per le stradine laterali, svuotando Piazza Verdi, verso le 21.45 prima dell’inizio del coprifuoco in vigore dalle 22 alle 5 del mattino.

Vox

Diversi i ragazzi e le ragazze che – seguiti a distanza dagli agenti – hanno scandito slogan nei loro confronti intonando anche il coro ‘Libertà, libertà’.

C’è chi pensa che queste manifestazioni spontanee siano gesti di rivolta contro un regime. Invece no, questi se ne fregano della libertà, vogliono la movida. Se il regime li lasciasse ubriacare per strada fino al mattino, poi si farebbero anche cagare in testa da Draghi. Per loro la libertà è bere in mezzo alla strada e basta. Non vanno più in là di questo.




Un pensiero su “Bologna, centinaia giovani protestano: vogliono il ritorno della movida”

  1. Il tipo di vita descritto non mi ha mai interessato e certo non mi interessa ora, però ritengo che le rivendicazioni di chi vuole poter usufruire di quel tipo di libertà siano legittime. È senz’altro meritorio promuovere stili di vita sobri, ma è odiosamente dispotico imporli da una posizione di vantaggio. E ciò vale indipendentemente dal colore delle casacche indossate dal bullo istituzionale di turno e/o dal suo nome e presunta “autorevolezza”.

I commenti sono chiusi.