Giudice scarcera gli spacciatori africani: hanno spacciato poco, ‘solo’ 1.700 vendite ai ragazzini

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Tre condanne, assai più lievi di quelle chieste dal pm, e custodia cautelare in carcere revocata per tutti. È il verdetto emesso ieri dal tribunale per tre dei dodici gambiani che, nel giugno 2020, erano stati raggiunti da una misura restrittiva per spaccio di droga nella zona della stazione ferroviaria.

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L’operazione ‘Piazzale Europa’ era stata condotta dagli agenti della polizia locale a partire dall’estate 2019. Un anno dopo, nel giugno 2020, in base alle risultanze investigative emerse dal lavoro del pm Giulia Stignani, il gip Andrea Rat aveva emesso undici misure di custodia cautelare in carcere e un divieto di dimora. I pusher, tutti giovanissimi, tra i 21 e i 28 anni, vivevano nei capannoni abbandonati delle ex officine Reggiane e svolgevano l’attività illecita in piazzale Europa. Grazie a video e foto, era stato scoperto un sistema collaudato, composto da spacciatori, vedette e nascondigli, tra i più frequenti alberi e auto: oltre cento le cessioni di droga documentate, oltre 50 i sequestri, altrettanti gli acquirenti segnalati alla prefettura, tra cui studenti minorenni, oltre a 1.700 vendite tramite la testimonianza dei consumatori. Davanti alla corte presieduta dal giudice Giovanni Ghini, a latere le colleghe Donatella Bove e Silvia Semprini, ieri sono comparsi tre arrestati che hanno scelto il rito ordinario: a loro si contestava lo spaccio, con l’aggravante dell’ingente quantità, di hashish e marijuana in infiorescenza. Altri, invece, che hanno optato per l’abbreviato, saranno giudicati a metà marzo. Per il 26enne Yusupha Mboob, detenuto alla Pulce, il pm Stignani aveva chiesto 8 anni e mezzo. Per il 22enne Modou Lamin Hydara, la domanda era di 4 anni e 8 mesi; per il 28enne Modou Lamin Tamba 3 anni e mezzo: pure loro erano in carcere, uno a Reggio e l’altro a Bari. L’avvocato difensore Jenny Loforese (foto) ha rimarcato che le cessioni erano di piccole quantità, e ha chiesto l’assoluzione per molti capi di imputazione, sia ritenendo che il fatto non sussistesse, sia perché molti acquirenti non avevano indicato i suoi assistiti come i loro effettivi spacciatori. Il collegio ha alleggerito l’accusa (come comma quinto), ha concesso le generiche e l’attenuante del lucro di particolare tenuità. Ha poi escluso l’aggravante della cessione ai minori e pronunciato l’assoluzione per diversi episodi. Applicando la continuazione, ha condannato Mboob a due anni e mezzo, Hydara a un anno e sei mesi, più 1.800 euro di multa, e Tamba a nove mesi e 900 euro di multa. Per tutti ha revocato il carcere e applicato a Mboob e Hydara il divieto di dimora nel comune di Reggio. Per Mboob è stata anche disposta l’espulsione a pena espiata.




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