Così Pd-M5s faranno entrare il partito islamico in Parlamento

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Può non essere il loro intento. Ma sarà il risultato della loro legge sullo ius soli.

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Un progetto che cova sotto la cenere da anni, soprattutto grazie ad alcuni convertiti italiani. Il partito islamico non è utopia, anzi, Rappresenta un percorso già intrapreso da alcuni esponenti dell’Islam italiano (supportati da famelici imam) che puntano ad avere una rappresentanza nel governo che possa lentamente diventare determinante. E parte della politica italiana sembra remare a favore di questo progetto attraverso lo ius soli o ius culturae, poco importa, il risultato sarebbe lo stesso. Se la sinistra italiana, dunque, spera di ampliare il proprio elettorato consegnando la cittadinanza agli immigrati rischia di ottenere un effetto boomerang.

Gli islamici residenti in Italia contano sul Pd e sul M5s. Il sistema elettorale proporzionale combinato alla legge sullo Ius Culturae (ius soli mascherato), aprirebbe le porte del Parlamento al Partito Islamico.

Lo sbarramento non sarebbe un problema, visto che un movimento islamico potrebbe contare su una base elettorale che, con l’estensione della cittadinanza raggiungerebbe, prima delle prossime elezioni, quasi i 2 milioni di voti. Cosa che, tra l’altro, avverrà anche con l’attuale legge, ma entro il 2030.

Per questo l’urgenza dovrebbe essere abrogare i ricongiungimenti familiari e tornare allo ius sanguinis. Invece, Pd-M5s vogliono accelerare questa transizione verso l’islam al governo. Del resto loro lo sanno:

Immigrato: “Dopo Ius Soli comanderemo noi, voi italiani dovrete adeguarvi” – VIDEO

Quando l’approvazione dello ius soli sembrava vicina, questo aveva galvanizzato i musulmani in Italia, che sui social network già esultavano.

E se è vero che secondo un recente sondaggio gli islamici voterebbero in netta maggioranza Pd e altre frattaglie della ex sinistra, questo è solo in attesa di un loro partito. Il passo successivo sarà diventare decisivi per la formazione di governi, e appoggiare, magari da esterni, quelli del Pd, imponendo sempre più immigrazione islamica, moschee e Sharia.

A sponsorizzare questa transizione demografica c’è il Qatar attraverso la Qatar Charity Foundation: veicolo per l’islamizzazione dell’Europa e dell’Italia. Ufficialmente, questa fondazione raccoglie soldi per progetti benefici di vario genere: costruzione di scuole, progetti per la salute, lotta alla fame, orfanotrofi e costruzione di moschee. Soprattutto costruzione di moschee, il resto è copertura.

E’ stata inserita da Israele nella black list delle associazioni che sostengono integralismo e terroristi dal 2011, e più volte è stata associata al finanziamento di gruppi islamici operanti in diverse parti del mondo. Ad esempio, Foreign Policy, testata sempre attenta alle vicende internazionali, nel 2013 portava alcune prove per sostenere i legami tra la Qatar Charity e il terrorismo islamico.

Il Qatar usa le sue fondazioni ‘umanitarie’ per penetrare in Italia. Fare proselitismo e islamizzare la società. Quello che fanno gli americani con USAID ad esempio in Ucraina, infettare la società e americanizzarla; lo fa la Qatar Charity Foundation per il governo qatariota.

Dietro assistenza sociale, attività religiosa, istruzione si nasconde un tentativo di egemonizzare gli immigrati e poi scagliarli contro gli autoctoni.

La Qatar Charity Foundation è attiva ovunque governi il PD. Ha, ad esempio, pagato i lavori per la moschea di Colle val d’Elsa, in Toscana e per quella di Ravenna.

Il Qatar ha rilevato anche l’ex clinica del San Raffaele a Olbia, con un investimento di 1,2 miliardi di euro. Bastone e carota. Così si comprano i corrotti e i deboli.

Molto attiva anche la Lega musulmana mondiale, organizzazione islamica con sede a La Mecca e controllata dall’Arabia Saudita. Attraverso il segretario Mohammad Al Issa, ex ministro del regno wahabita spiegà al Corriere della sera come il regno avesse intenzione di comprarsi i politici italiani: “Rifugi, aiuti, soldi, quello che volete. Siamo pronti a mettere molti soldi, un supporto diretto al governo italiano sull’immigrazione. Ma – si lamentava lo scorso anno – non siamo riusciti a dirlo al vostro nuovo ministro degli Esteri. Dieci giorni fa dai nostri uffici romani – raccontava Al Issa del primo governo Conte – abbiamo chiesto con una nota diplomatica un incontro per me col vostro ministro degli Esteri. Ma ci hanno detto che il ministro non era disponibile e potevo vedere un suo vice. Ognuno è benvenuto per me a livello amichevole, ma il protocollo della Lega musulmana non mi permette di incontrare un livello più basso in via ufficiale. E io sto ripartendo per Riyad”. Qualcosa ci dice che l’attuale ministro lo incontrerà.

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“Noi – minacciava Al Issa – abbiamo una proposta per l’Italia, sull’integrazione; bisogna capire il background di queste persone, abbiamo studi, informazioni. E possiamo lavorare insieme. L’Italia soffre più degli altri Paesi. Noi vogliamo supportare a 360 gradi il vostro governo, abbiamo un’organizzazione mondiale per farlo e soldi da offrirvi. Denaro che esce direttamente dai fondi della Lega musulmana mondiale. I musulmani – aggiunge – sono fieri di stare in Italia. Sentiamo la responsabilità di partecipare a questa impresa”.

Sulle moschee: “Bisognerebbe costruirne di più”. Detto da chi vieta la costruzione di chiese e proibisce addirittura di riunirsi a pregare Gesù in casa propria è tragicomico.

L’Islam è una forma di sottomissione. E’ sottomissione e invasione. E agisce per via demografica, attraverso l’immigrazione e la sostituzione etnica: non certo per proselitismo.

A quel punto, ai patrioti, come insegnano tutte le rivoluzioni, non resterebbe che la rivolta armata per la liberazione.

Perché come stiamo assistendo in queste ore in Israele, la democrazia non funziona quando gli islamici superano una certa soglia. Diventa impossibile governare attraverso elezioni un Paese se non togli loro la cittadinanza. Perché votano come blocco ‘etnico’, rendendo impossibile la formazione di governi.

E se pensate sia ‘fantapolitica’ quella di un ‘partito islamico in Parlamento’, volgete lo sguardo alla vicina Francia.

Lì, “gli islamisti sono presenti nelle liste per le Municipali2020 in Francia. È sicuro che diversi comuni cadranno e saranno governati dai Fratelli Musulmani. I sindaci affiliati al pensiero dei Fratelli Musulmani potrebbero essere eletti in ghetti etno-religiosi!”.

Questa è la società meticcia di Bergoglio. Presto avremo sindaci dei Fratelli Musulmani nelle banlieus francesi. E sarà solo l’inizio. Un islamico, del resto, governa già Londra. La prima città italiana a cadere sarà Brescia, dove in nome delle ‘fabbrichette’ si è importata una massa di immigrati che sta spazzando via l’identità italiana della città.

Poi entreranno in Parlamento.

Ovviamente: nulla di tutto questo è inevitabile. Isabella cacciò i musulmani dopo secoli, il premio Nobel per la Pace Aun San Suu Kyi anche, possiamo farlo noi dopo pochi decenni. Dobbiamo farlo, noi, dopo pochi decenni.

Ma attenzione: lo ius culturae, o come diavolo vogliono chiamare questa svendita di identità, accelererebbe il processo di sostituzione etnica, ma arriverà anche con l’attuale legge sulla cittadinanza, solo rimandato di qualche anno.

Due iniziative ci salverebbero da questa catastrofe: stop ricongiungimenti familiari e ritorno allo ius sanguinis.




3 pensieri su “Così Pd-M5s faranno entrare il partito islamico in Parlamento”

  1. A me non me ne frega una sega.Ho la mia età potrei certamente vedere la trasformazione,ma di certo non subire l’islam italiano.Saranno cazzi vostri…..Se non vi svegliate.

  2. Ieri a Fuori dal Coro hanno evidenziato il fatto che l’Italia é prima in Europa nel numero di concessioni (svendita) di cittadinanza agli stranieri. E che giustamente non vi é alcuna necessità di introdurre lo ius soli o ius culturae, che semmai aggrava la situazione. Ovvero produrre altri italiani sulla carta e non di fatto, di sangue. Il fatto é che il conduttore Giordano, Feltri e l’altra ospite, la bella Hoara Borselli, siano concordi sul fatto che non é importante la razza, e che chi nasce e cresce in Italia da stranieri ha il diritto poi di poter acquisire la nostra cittadinanza.

    1. Se fosse ancora tra noi, a mio nonno direi che faceva prima a imboscarsi invece di essersi arruolato volontario nell’esercito ed essersi fatto un lustro di guerra per difendere confini e la nazione.
      Se gli dicessi che la cittadinanza italiana la regalano con un sacchetto di patatine.

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