Primo trasbordo per la nave #LouiseMichel: 89 #migranti a bordo. https://t.co/JR0slg4Opm
— Francesca Totolo (@francescatotolo) August 27, 2020
https://twitter.com/mvlouisemichel/status/1299017240982048771
Come ha fatto quel gommone, con 89 #migranti a bordo, a percorrere circa 35 miglia?@MVLouiseMichel pic.twitter.com/Jc7zoKtpFR
— Francesca Totolo (@francescatotolo) August 27, 2020
Ora solo circa trecento i clandestini su navi ong che puntano porti italiani. La tedesca Sea Watch e la francese senza nome. Si ripropone lo stesso schema: un attacco franco-tedesco alla sovranità italiana con la complicità del governo non eletto.
I rivoluzionari di oggi dipingono sui muri altre cose. Il povero Banksy è ormai un borghese che non scandalizzerebbe nemmeno una suorina. E’ totalmente dalla parte del potere, potremmo definirlo il David del regime globalista.
La motovedetta collabora a stretto contatto la Sea Watch 4 della omonima Ong tedesca. “#SeaWatch4 ha completato il soccorso di 7 persone su un barchino a circa 45 nm dalla Libia. I naufraghi hanno ricevuto prima assistenza dalla nave Louise Michel, che li ha avvistati e ha informato le autorità, silenti, chiedendo il supporto di un assetto meglio equipaggiato” ha scritto la Ong tedesca su Twitter. Non solo. Secondo La Stampa, il progetto della Louise Michel sarebbe nato grazie a un gruppo di attivisti di Sea Watch anche se dalla Ong di Berlino arrivano secche smentite: “Noi non c’entriamo nulla”, ha spiegato una portavoce. In realtà, dietro la Louise Michel firmata da Banksy si sa solamente che dietro c’è un ricco “filantropo”, che però, per il momento, desidera rimanere anonimo. “Siamo una piccola squadra internazionale di dieci marinai, attraccati a Camaret per riparare la Louise-Michel. Si tratta di un’ex star della dogana del 1988, recentemente acquistata a Saint-Malo da un mecenate che per il momento desidera rimanere anonimo ma che vuole creare una squadra di soccorritori professionisti. Non siamo legati a nessuna Ong o associazione. Solo una buona squadra pronta a salpare e dare il proprio aiuto in mare” raccontavano qualche tempo i marinai della Louise Michel a LeTélégramme. Gli stessi marinai sottolineano di “non dipendere da alcuna organizzazione” ma di agire con “fondi privati”. Per conto di agiscano, rimane dunque mistero. Ma la trasparenza, si sa, non è esattamente il marchio di fabbrica di chi opera nel Mediterraneo.
Li manda Soros. O uno simile a lui.
Sarebbe da rimandarle ai rispettivi paesi piene di teste e arti mozzati!
O farne cataste sui punti di approdo con il cartello ‘tornate indietro finché potete’.
Sono fuoriusciti di Sea Watch e hanno garantito al loro “porto” e alla città che li ospitava che “non li porteremo certo qui”. Indovina chi paga? E comunque, “amici, amici… Intanto mia sorella è incinta”. I nostri “amici” europei sono nostri amici esattamente come negli ultimi mille e cinquecento anni.