Riace dice ‘no’ al centro Covid per i migranti. La decisione è del sindaco Tonino Trifoli che ha manifestato “contrarietà” all’invito di Prefettura ed Azienda sanitaria di Reggio di porre in quarantena dei migranti positivi, o presunti tali, al Covid-19, nell’ex Hotel Stella Marina nel borgo della Locride,
La decisione è stata subito al centro di contestazioni, non da parte dei cittadini, ovviamente felici, ma dall’ex sindaco Mimmo Lucano. Quello che i migranti li distribuiva un tanto al chilo.
E anche dalla Cgil, ormai tutto fuorché un sindacato dei lavoratori. I segretari generali della Cgil della Calabria e di Reggio Calabria-Locri, Angelo Sposato e Gregorio Pititto dichiarano: “La propaganda leghista supera il valore della vita. Riace è paese la cui notorietà è stata sempre legata all’accoglienza”. La Cgil, aggiungono i due segretari, “è impegnata nel contrastare le tensioni diffuse nei territori ed alimentate da un ‘sentimento’ di chiusura verso l’altro che rischia di minare alle fondamenta la democrazia”.
Piccola lezione di semantica. Democrazia: governo del popolo, non governo dei parassiti o di un’oligarchia di invasati.
Di “propaganda leghista” parla anche Mimmo Lucano. L’ex sindaco di Riace afferma che “la vera emergenza non sono i migranti che sbarcano sulle nostre coste ma la ‘ndrangheta, così come il razzismo”. “Le polemiche non mi hanno mai interessato da quando non sono più sindaco, anche se la distanza anni luce tra me e Trifoli è un dato di fatto”, aggiunge l’ex sindaco di Riace, a giudizio del quale oggigiorno, da quello che vede, le nuove generazioni son messe a rischio da un messaggio “intriso di violenza”. Perché “quando si dice che vengono prima gli italiani, questo provoca rivalità non fratellanza. Ma che senso ha? – domanda – Quali diritto abbiamo noi di dire che coloro che arrivano sulla nostra terra non possono creare relazioni con chi incontrano, rifarsi un futuro integrandosi? Un messaggio contro la libertà è grave”.
Il sindaco Trifoli risponde alle chiacchiere dei suoi avversari con le ragioni del buon senso: “La comunità di Riace – ha scritto sulla sua pagina Fb – che durante i mesi di chiusura ha mantenuto un comportamento esemplare, non può rischiare di vedere vanificati tutti i propri sacrifici a causa di una decisione che non ha coinvolto né l’Amministrazione Comunale né tantomeno i cittadini riacesi. Ci tengo a sottolineare che il nostro Comune non solo non è stato interessato da alcun caso di contagio da Covid-19 ma che allo stesso tempo non è pronto ad affrontare una emergenza sanitaria essendo tra l’altro sprovvisto, come tutti i comuni limitrofi, di una qualsivoglia struttura sanitaria adatta e preparata ad affrontare una possibile crisi da contagi”.
“Democracy is now currently defined in Europe as a ‘country run by jews'”
(Ezra Pound)
Se per gli amici di lucano, “diversamente comportamentali”, lo loro voglia di interagire con i Riace si, è la violenza, pure quella sessuale, hanno ragione i cittadini a non volere il centro per migranti non autorizzati. Non tutti i “migranti non autorizzati” sono violenti, magari c’è una bassissima percentuale di persone “tranquille”, ma in una situazione come quella italiana, basta ad essere la fogna dell’Europa.
Purtroppo i migranti non autorizzati, vengono a fare le ferie qui, perché i “diversamente destri’ hanno degli interessi, che sono sotto gli occhi di tutti, ma per pura ideologia politica, sbagliata, devono difendere, a costo di finire nell’illegalita’.
Il fatto che il conte Dracula, voglia chiuderci sotto chiave, fino a fine anno, (se fosse per lui ed i 5 asteroidi per sempre) è vero, ma dubito che questa volta gli italiani starebbero in casa per il proprio bene.
Se la situazione dovesse peggiorare, tutte le altre persone, munite di guanti, mascherine, disinfettanti, tute usaegetta e chi più ne ha più ne metta, andrebbero in piazza a manifestare.
Finalmente si vedrebbe un popolo unito stanco di essere succube di conte Dracula, dei cinque asteroidi, di lady boldrini e la sua ciurma, della mer(d)kel, di tutti quei pidocchi europeisti che per il bene nostro, vogliono la nostra fine