Questo articolo del giornale di Storace 7Colli ci permette di affrontare l’ormai evidente problema della sudditanza culturale della cosiddetta destra verso l’ambiente progressista:
Maurizio Politi, capogruppo leghista al comune di Roma, è stato attaccato per un post su facebook innocentissimo. Ecco cosa ha scritto pubblicando la foto di lui con una bambina: “Si chiama Fatima, è bellissima, ha quasi 4 anni. Con la mamma, mi hanno chiesto un passaggio, era troppo tardi per bus e metro, abitano in una casa, quasi fuori Roma, a Finocchio. La mamma mi ha regalato un Rosario. Li fa lei e li vende per vivere e pagare l’affitto. Il sorriso di Fatima era bellissimo”. Insomma, un post che chiunque di noi avrebbe potuto fare, per condividere un episodio piacevole che è capitato. Nulla di strano.
Eppure anche questo gesto è stato preso a pretesto per accusare la Lega e i leghisti di razzismo. Qualche internauta si è chiesto come mai Politi abbia sentito il bisogno di descrivere questo episodio con tanto di foto. Forse – chiede – per il colore della pelle delle persone a cui dato il passaggio? Se avesse dato il passaggio a degli italiani l’avrebbe ugualmente raccontato? Forse no, però pensiamo che la ragione del post sia non tanto il colore della pelle quanto il gesto “sociale” di aver accompagnato una mamma con la sua bambina che altrimenti non avrebbero saputo come tornare a casa in periferia. L’avrebbe fatto anche se fossero state italiane? Certo che sì.
Le solite fake della sinistra
Il motivo per gli attacchi a Politi, che ha fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi brava persona, è sempre l’ignobile e falsa accusa di razzismo che la sinistra e i grillini rivolgono alle persone di destra. Persone che razziste non lo sono mai state e non lo saranno mai. Forse dimenticano chi fu a mettere fuorilegge la schiavitù in Africa… Ma non avendo nulla per poter infamare gli avversari politici sul piano politico e ideologico, allora si attaccano alle bufale, alle fake news. Siccome è leghista, deve essere razzista, e siccome ha postato l’episodio, vuole difendersi dalle accuse di essere razzista. Un ragionamento contorto, un modo di pensare fazioso e malato che ha sempre caratterizzato la sinistra. A noi il post di Politi è piaciuto, perché sappiamo che l’uomo di destra è sempre pronto ad aiutare i più deboli, di qualsiasi nazione siano.
A noi no. E non per il gesto in sé, quanto per averlo raccontato, come per dire: anche io sono buono. Il che dimostra, per l’ennesima volta, la sudditanza dei cosiddetti identitari verso il pensiero cosiddetto dominante: che è dominante solo perché la maggioranza ha paura di dire cosa pensa pur pensandolo in maggioranza. E questo perché ‘loro’ controllano i media e quindi il ‘discorso’.
C’è insomma, dai selfie di Salvini a questo tipo di post, la necessità di fare sapere: “anche noi siamo buoni”.
Che poi, tanto, come visto, non funziona.
	
La verità è che anche la lega si è rivelata un fallimento. Ci avevo sperato per un po’, ma ora non più.
Per Orbis Unionem Sub Lictorii Signo!
Perlomeno non hai scritto in hoc signo vinces…
Essere buono con i buoni é lecito e corretto. Essere buono con tutti a prescindere, anche con chi non merita nessuna bontà é da coglioni. E si chiama buonismo.