Trump fa sempre più richiami alla maggioranza silenziosa di Nixon. Che molti non ricorderanno, ma è stato il presidente rieletto con il record dei voti. Poi c’è stata la farsa del Watergate, ma è un’altra storia.
SILENT MAJORITY!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) June 2, 2020
Parlando di quanto sta avvenendo negli Usa, l’eventualità di una regia dietro le sommosse rosso-nere è difficile da spiegare razionalmente: Trump soffriva l’epidemia di coronavirus, vera o no che fosse, invece è nel suo habitat quando ha un nemico fisico da combattere. La cosa più probabile è che il moloch nero sia sfuggito di mano alla cabala globalista che lo controlla: difficile fermare i saccheggiatori una volta che sono partiti.
Trump può scaricare le colpe dei disordini sull’incapacità di governatori e sindaci democratici di agire con proporzionale violenza. E può poi decidere di invocare l’Insurrection Act per dispiegare l’esercito o la Guardia Nazionale anche fuori da Washington.
L’America Bianca, armata fino ai denti, è con lui.
Attenzione alla richiesta di invocare l’Insurrection Act: normalizzare l’esercito per le strade potrebbe essere l’obiettivo del disegno. Militari dotati di maschera antigas che possono prelevare privati cittadini e “vaccinarli” in maniera coatta è il sogno dei “globalisti”.
E non servirebbero se le forze di polizia dispensassero lacrimogeni come si deve.
Potrebbe anche essere una manovra delle zecche mondiali non in coordinazione con i soliti manovratori, visto che anche in Palestina i negri delle sabbie si rivoltano in stile BLM contro il governo di Bibi: essendo l’entità sionista già uno Stato di polizia militarizzato, a che pro il governo israeliano vorrebbe condurre quel tipo di false flag? Sembra più un chimp-out mondiale delle razze inferiori (visto che anche in Francia, dove governano i Rothschild con Macron, sta accadendo qualcosa di simile) aizzate contro qualsiasi governo dai (((soliti))). Nel caso sia invece una manovra vecchio stile per instaurare lo stato di polizia in tutto l’Occidente, lo vedremo sicuramente con “la seconda ondata”.
Ho pensato spesso alle tue giuste obiezioni: credo che il disegno preveda uno stato di polizia generalizzato in USA e tutte le “colonie”. Il motore sono ovviamente i “soliti noti”: il fatto di avere l’esercito già schierato in occasione della pseudo “seconda ondata” servirà allo scopo.
Israele non credo sia visto così di buon occhio dai “globalisti” in quanto abitato da “sionisti” duri e puri che difenderebbero il loro etnostato murato fino alla morte. L’esistenza stessa di Israele è una giustificazione alle giuste richieste di ogni nazionalista e come tale va “modificata”. Consiglio a questo proposito di osservare con attenzione la trattativa in corso per la gestione dello spazio della spianata delle moschee perchè prevedo che il “terzo tempio” affiancherà a breve la cupola della roccia.
Non riesco a fare delle previsioni chiare riguardo a dove saremo fra tre anni, so solo che la vedo molto molto male.
Il problema è che l’America bianca di Nixon era a schiacciante maggioranza, quella di Trump molto meno a meno di non includerci gli ispanici. Peraltro, esiste un certo numero di americani con nomi ispanici che hanno un fenotipo del tutto bianco, a volte anche biondo.
Questo per via dei molti meticciamenti, i messicani non sono certo neri, e in un paio di generazioni possono perdere o diminuire molto i loro caratteri ‘indio’, altri messicani peraltro non hanno affatto questi caratteri se oriundi di spagnoli (e a volte anche di anglosassoni, quando ai bei tempi della colonizzazione si erano spinti anche oltre il confine texano e lì sono rimasti), quindi è difficile fare un calcolo preciso.
Inoltre i neri d’america a differenza dei loro connazionali africani non sembra figlino parecchio, il loro numero o meglio percentuale è stabile da decenni. Questo significa che ‘si può fare’, si può regolarizzare la demografia africana. Ma significa anche che, rimanendo così le cose, senza intervenire drasticamente per un cambio di rotta, lo scontro finale più verrà rimandato, più sarà a svantaggio dei popoli che vogliono mantenere il proprio stato nazionale in vita e con i caratteri autoctoni.