In un’intervista concessa dopo la liberazione di Silvia Romano, la fondatrice dell’ong per cui ‘lavorava’ ha fatto delle pesanti rivelazioni. Tutte cose note nel mondo dell’umanitarismo.

Le parole della fondatrice della onlus sembrano però escludere una complicità dei masai: “Il villaggio era tranquillo, non ci saremmo mai aspettati quello che è successo. Al massimo poteva passare qualcuno con troppo liquore di cocco in corpo, niente più, e ci pensava il masai”.
Quest’ultimo era armato di machete e si occupava di istruire i volontari che arrivavano dall’Italia per vivere l’Africa “vera”, quella rurale: “Hanno una grande energia, è bello poterli accogliere ma uno si faceva i selfie nel campo di marijuana, l’altro lo scopri ‘affettuoso’ coi bambini, un altro ancora… lasciamo perdere, ci domandavamo se fosse meglio avere solo cooperanti”. Inoltre Lilian ha spiegato che ogni volontario prima di partire firmava un regolamento, ma l’ipotesi di rapimento o assalto violento non era contemplata: “Non ci abbiamo mai pensato. Se conoscete quel villaggio e la sua gente capireste”.
Non sono cattivi, sono scemi. E a qualcuno piacciono troppo i bambini.
si piacevano troppo i bambini percio erano tutte pronte a farsi trombare da intere tribu di negri assatanati
Se é arrivata a dichiarare queste cose, cosa cazzo hanno combinato laggiù?Turismo sessuale con bambini?Nessuno si prende la briga di controllare questi “volontari”?
Cosa hanno insabbiato là?