Coronavirus, a Ferrara buoni spesa “Prima agli italiani”: protesta la sinistra

Vox
Condividi!

Proteste dalla sinistra contro la delibera del Comune di Ferrara, guidato dal sindaco della Lega Fabbri, eletto proprio per dare la priorità agli italiani, in cui sono stati previsti buoni spesa prima agli italiani.

VERIFICA LA NOTIZIA

Prima agli italiani, poi agli europei, e solo alla fine ai cittadini di Paesi extraeuropei. Se i buoni finiscono prima, chi è in fondo alla lista resta senza. Come giusto che sia. Se non sei italiano e non puoi mantenerti torni a casa, non stai a parassitare, come già oggi, il welfare italiano.

uesti i “requisiti di accesso” ai buoni spesa del governo messi nero su bianco nella delibera del Comune, guidato dal sindaco della Lega Alan Fabbri.

Una classifica del bisogno legata anche alla nazionalità che ha fatto subito gridare “vergogna” ai consiglieri di Emilia Romagna Coraggiosa, la lista della sinistra radicale rappresentata alle regionali dalla bambina di Soros Elly Schlein.

Vox

“La decisione del Comune di Ferrara di classificare le persone non in base alla necessità e al bisogno, ma in base al Paese di origine è politicamente ed eticamente inaccettabile” ha detto ieri il coordinatore ferrarese della lista Leonardo Fiorentini.

Il Comune di Ferrara, che ha ricevuto dal governo la miseria di 697.283 euro per la ripartizione dei buoni, ha rivendicato la scelta, spiegando anche nella nota informativa sui buoni l’ordine di priorità dato agli italiani. “I buoni spesa legati a questa emergenza devono essere utilizzati soprattutto da chi non usufruisce e non ha mai usufruito di altri aiuti: devono servire ai lavoratori precari, a quelli interinali, ai professionisti che si trovano all’improvviso senza entrate, ai cassa integrati e agli imprenditori bloccati nelle loro attività – spiega le sue ragioni Alan Fabbri -. E’ evidente che chi già è seguito dai servizi sociali, in termini economici, continuerà ad esserlo e che nessuno verrà lasciato indietro. Le polemiche sui criteri che abbiamo individuato per l’assegnazione dei buoni spesa sono frutto di un pregiudizio politico che pretende, ancora una volta, di indirizzare qualsiasi forma di sostegno sempre alle stesse fasce di popolazione, fingendo di non sapere che senza fissare regole chiare si rischia di erogare aiuti, ancora una volta, soprattutto agli immigrati che già accedono a tante altre forme di sostegno. Questa volta, invece, bisogna fare in modo di rispondere a necessità nuove che prima non esistevano e che sono nate a causa della quarantena. Vogliamo rispondere ai bisogni di quei ferraresi che, fino a ieri, erano parte attiva del tessuto economico e che ora si trovano in una situazione del tutto anomala. Siamo stati tra i primi Comuni in Italia ad attivare il servizio di prenotazione ed erogazione e intediamo dare risposte concrete, trasparenti ed immediate a chi davvero ha subito gli effetti del Coronavirus in termini di bilancio familiare e non ha altri aiuti”.

“Il senso di questo contributo – ribadisce l’assessore alle politiche sociali Cristina Coletti – è quello di dare una mano particolare a chi non usufruisce di altri aiuti. Pensiamo a lavoratori che hanno perso il lavoro senza ammortizzatori sociali, lavoratori precari o professionisti che si sono visti venire a mancare improvvisamente il loro reddito”.

Ma guarda te se bisogna ‘scusarsi’ perché si vogliono aiutare prima gli italiani in Italia. Deve essere la norma. Deve essere scritto nella Costituzione.




9 pensieri su “Coronavirus, a Ferrara buoni spesa “Prima agli italiani”: protesta la sinistra”

  1. Comunque al sindaco figlio della irma bandiera due righe le dobbiamo scrivere, vorrei vedere se la lega o fdi governando avesse scritto la clausolina “i figli di cani comunisti devono abiurare alla loro fede, i rottiinculo partigiani anpi si devono cospargere il capo di cenere, pena la mancata erogazione della miseria che offriamo” sai che ridere

I commenti sono chiusi.