Ritorna l’operazione Sophia, ma cambia nome: ha scaricato 50mila clandestini in Italia

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Il ministro degli Esteri Di Maio si dice “contento” perché “gli Stati Ue sono d’accordo per una missione che blocchi l’ingresso delle armi in Libia.”La missione Sophia non esiste più”, aggiunge.

Le navi della missione Ue saranno attive nella zona Est della Libia, dove c’è traffico di armi. Se ci fosse un effetto richiamo per i migranti, la missione si bloccherebbe, promette.

In pratica, la stessa missione Sophia che cambia nome.

Perché anche ‘Sophia’ era nata con l’intento di fermare qualcuno, in quel caso gli scafisti, ma poi finì per traghettare clandestini a frotte. E anche allora doveva bloccarsi in caso di ‘richiamo’, ma così non fu.

Quindi immaginate navi militari di Paesi Ue che si trovano in acque internazionali davanti alla Libia per, ufficialmente, “bloccare le armi”, e trovano i soliti barconi. Come da precedenti accordi, finirebbero tutti in Italia.

La missione Sophia, lungi dall’essere una lotta al business dei clandestini e alla tratta dei nuovi schiavi, era un servizio taxi in sinergia con le Ong. E’ stata chiusa da Salvini:

Perché, come firmato da Renzi, in cambio di ‘flessibilità sul deficit’, i clandestini finivano tutti in Italia. Che poi ci facevano spendere miliardi di euro. Che però finivano alle coop vicine al PD.

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Una calamita che, tra l’altro, ci costava 129mila euro al giorno: escluso il costo di mantenimento dei fancazzisti che ci portava a casa e che finiscono nei centri di accoglienza.

Ricordiamo che i clandestini sbarcati dalla missione Sophia sono il 9% del totale degli arrivi negli ultimi tre anni: parliamo di oltre 50mila clandestini che non sarebbero dovuti finire in Italia.

Eunavformed era nata per schiacciare i trafficanti di esseri umani come ora viene spacciata come “blocco navale per le armi”: in realtà si era trasformata nell’ennesimo servizio di taxi a favore degli scafisti. La flotta Ue non è mai riuscita a fermare il business dei migranti: anzi, lo ha facilitato. Accadrebbe la stessa identica cosa: avere navi militari di Paesi Ue in zona sarebbe un potente pull factor, più forte della presenza di Ong.

Non è stato un blocco navale. Non lo sarebbe questo.

L’Italia ha speso oltre 200 milioni di euro per l’operazione Sophia. Solo per i mezzi.

E poi, ovviamente, ci sono i costi per mantenere i 50mila in hotel. Che tenendo conto di 2 anni di permanenza media a 35 euro al giorno, fanno 1.277.500.000

Insomma, la missione Ue c’è costato oltre 1,5 miliardi di euro, e qui c’è ancora qualcuno che vorrebbe prorogarla. Ma che chiuda.

Del resto, cosa vi aspettavate, da una missione che prende il nome dal figlio di una clandestina nata a bordo di una delle navi militari Ue? Già nel nome il simbolo della sostituzione etnica per via demografica.

Noi vogliamo una missione che recupera clandestini e li riporta in Africa. Noi rivogliamo Salvini.




2 pensieri su “Ritorna l’operazione Sophia, ma cambia nome: ha scaricato 50mila clandestini in Italia”

  1. Come la si intitola ora?

    Loren?

    forma contratta in tutti i sensi e con enfasi epidemiologici

    In onore della ex ministra tanto sana (soprattutto di mente)

    la cara e costosissima bambola assassina

I commenti sono chiusi.